Il tribunale del riesame di Palermo ha annullato le misure cautelari ai titolari dell’agenzia interinale che forniva personale all’Ast di Palermo, la società che gestisce il trasporto pubblico urbano. Ad essere stato accolto il ricorso presentato dall’avvocato Donatello Cimadomo e che riguardava Giuseppe Telesca e Mario Salbitani, titolari dell’agenzia interinale che forniva personale all’azienda trasporti.
In particolare i due, in seguito alla bufera culminata con l’inchiesta che aveva portato a 16 indagati e 8 misure interdittive, avevano avuto la misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi. Provvedimento che era stato eseguito dalla guardia di finanza lo scorso 22 febbraio per frode nelle pubbliche forniture. Lo ha reso noto all’Ansa lo stesso avvocato Cimadomo.
Al centro dell’inchiesta dei finanzieri vi è l’Azienda siciliana trasporti, con presunti episodi di corruzione e truffe. Telesca, 46 anni, e Salbitani di 37, sono coinvolti per circostanze riferite alla società “IN.HR Agenzia per il lavoro srl” di Potenza. Stando alle prime ipotesi accusatorie, questa agenzia interinale gestiva la parte delle assunzioni a tempo determinato dopo essersi aggiudicato l’appalto per 6 milioni di euro. Le assunzioni, secondo gli inquirenti, sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali.
Complessivamente l’inchiesta ha avanzato svariate accuse. Gli indagati sono accusati a vario titoli di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato. Uno degli indagati è andato agli arresti domiciliari e otto destinatari di misure interdittive della durata di un anno, sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
Secondo le indagini della guardia di finanza la gestione societaria sarebbe stata superficiale e privatistica da parte dei vertici aziendali, che avrebbero violato le norme di trasparenza pubblica e avrebbero favorito alcune imprese, turbando diverse procedure di appalto come l’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori, l’approvvigionamento di autobus aziendali, attraverso il ricorso alla procedura negoziata e l’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea. Il direttore generale dell’Ast è indagato per corruzione per aver conferito in modo non legittimo l’incarico di revisore contabile ad un professionista, il quale, in cambio, avrebbe omesso le irregolarità contabili facendo apparire legittimi i bilanci della società pubblica.