Prima di assumere gli ex sportellisti nei Centri per l’impiego la Regione dovrebbe individuare i profili necessari e occuparsi delle mansioni superiori svolte da tutto il personale regionale, compresi i funzionari direttivi e gli istruttori direttivi. Reggono Centri per l’impiego e strutture interne dei Servizi, “che nel corso degli ultimi 15 anni ha contribuito egregiamente al raggiungimento degli obiettivi dipartimentali”.
È questo in sintesi il senso del nuovo affondo dei sindacati autonomi sulla vertenza del dipartimento del Lavoro, dove da anni il personale si trova di fronte a problemi irrisolti ma il dipartimento adesso sta provando ad assumere i 1.800 ex sportellisti.
Ecco la risposta dei diretti interessati: “Senza voler entrare nel merito politico, ma solo far notare che la visita della commissione lavoro è stata funzionale ad una semplice ricognizione dei centri per l’impiego in prospettiva della riforma in atto, quindi operativa e non certamente una passerella politica, ci preme nella qualità di ex lavoratori, unici esperti in Sicilia delle politiche attive del lavoro a suo tempo riqualificati con risorse pubbliche, puntualizzare che la guerra alla quale taluni sindacalisti rappresentanti di lavoratori regionali, perlopiù ex lsu che avevano accettato la stabilizzazione nelle fasce basse senza null’altro pretendere, quindi assunti senza alcun concorso pubblico, è una guerra a senso unico”.
Lo scrivono in una nota gli ex sportellisti della Formazione professionale.
“Non può esistere alcuna guerra – proseguono – se chi attacca non è informato su un processo addivenire pur essendo del mestiere e chi subisce tali attacchi quotidiani pur spiegando con garbo gli elementari dettami della riforma in atto. Palesano, con le loro esternazioni, una mentalità stantia riconducibile soltanto a riempire scartoffie senza avere alcuna visione del significato che assume, anche a livello psicologico oltre che funzionale all’occupazione, un servizio orientativo”.
“Oltremodo, con le loro dichiarazioni di autosufficienza, – prosegue la nota – non solo, semmai ce ne fosse bisogno, dimostrano di non aver studiato ciò che è da anni elemento di novità in tema di politiche attive, ma un’arroganza che li danneggia in prima persona, in quanto uno degli aspetti della riforma è la riqualificazione degli interni. Abbiamo più volte detto che in alcun modo l’ingresso nella pubblica amministrazione di nuova linfa vitale, a prescindere dai cosiddetti “sportellisti”, li tange, ma che porterebbe in Sicilia risorse nazionali a vantaggio del miglioramento dei servizi e gioco forza delle loro, giuste o sbagliate, rivendicazioni”.
“Si può, – concludono gli ex sportellisti – in nome di una manciata di euro, che peraltro sarebbero scontati in una riorganizzazione, sostenere una linea che danneggerebbe la Sicilia e i siciliani? Si possono utilizzare argomenti di bassissimo spessore morale solo per egoismi che per fortuna non appartengono a tutti? Colpi bassi che rasentano la totale pochezza umana anche nei confronti della presidente della commissione Nunzia Catalfo, quella professionale è fin troppo evidente. Chi pensa sia questa una guerra tra poveri, sappia che è una guerra a senso unico tra chi ha pane e sedia e chi, pur non avendo neppure un tozzo di pane, dimostra professionalità, correttezza e dignità”.
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