Andrà in aula martedì 9 maggio ma c’è ancora chi tenta di bloccarla magari conuna convocazioe della conferenza dei capigruppo per cambiare il cendario dei lavori d’aula. E’ il così detto ddl collegatio ovvero la legge nella quale è confluita ogni norma stralciata dalla Finaniaria. Una legge – pastone divenuta una sorta di contenitore per tutto.
C’è la fusione Cas Anas più volte prelevata per farla in finanziaria ma poi rimasta fuori. Si tratta della norma che sevirà a farica pagare il pedaggio anche sulla Palermo – Catania solo per essere chiari. Ci sono le norme sul personale regionale, le promozioni in massa dei dirigenti e la possibilità di ricorrere ad esterni, C’è la ricostituzione dell’Ufficio stampa proprio a fine legislatura e con una proposta che lo farebbe diventare una sorta di grande ufficio di portavoce politici a tempo determinato e al servizio del presidente di turno non certo della Regione siciliana, c’è anche la liquidazione o la trasformazione di Riscossione Sicilia.
Insomma nel ddl c’è di tutto e per tutti tanto da indurre perfino il centristi per la Sicilia a chiedere un ripensamento. “Non vorrei che il ddl 1276 collegato alla finanziaria con i suoi 89 articoli – dice Marco Forzese capogruppo della formazione di D’Alia che della maggioranza continua a fare formalmente parte – diventi il modo per non concludere nulla davanti alla mole di articoli ed agli emendamenti al testo”.
La richiesta è quella di una capigruppo prima di andare in aula “Credo sia opportuno che il presidente dell’Ars Ardizzone convochi una conferenza dei capigruppo prima dell’aula prevista martedì prossimo per verificare se
ci sono le condizioni per fare una legge o per approdare in Aula tra disfide e veti che rischiano di paralizzare il parlamento senza per ciò dare una legge con misure per l’economia e gli investimenti di cui ha bisogno la Sicilia”.
Ma la battaglia principale parte dai 5 stelle con qualche correttivo ed una sfilza di emendamenti soppressivi. per “una manovra che serve molto ai deputati e alla loro compagna elettorale e poco alla Sicilia”. I grillini si accingono a impallinare con una sfilza di norme soppressive prima e col voto finale poi praticamnete i tre uarti della legge.
“Come ogni anno – dice il capogruppo Sergio Tancredi – ci ritroviamo una norma omnibus in cui si cerca di mettere una serie di pezze ai problemi di questa regione, ma spesso sono pezze peggiori del buco. Stiamo provando a dare qualche suggerimento che possa eliminare qualche criticità che abbiamo riscontrato. Un esempio su tutte è la questione riscossione. Personalmente ho presentato un emendamento che la trasforma in agenzia sotto il diretto controllo regionale, in linea con il dettato nazionale. Spero che questa proposta venga valutata in maniera equilibrata. Complessivamente non possiamo essere benevoli, perché la maggior parte delle norme proposte potevano benissimo essere oggetto di singole trattazioni legislative, ma questo qualora avessimo un parlamento che lavora veramente ed un governo guida dell’attività amministrativa . Purtroppo non abbiamo avuto né l’uno né l’altro”.
“I partiti – afferma Giancarlo Cancelleri – con questa legge ‘manciugghia’ cercano di sfruttare gli scampoli di questa disastrosa legislatura per piazzare qualche bandierina da sventolare in campagna elettorale. È una legge che serve a loro e non certo alla Sicilia. Tra le cose peggiori la norma sulla dirigenza, che crea una discriminazione tra di loro, facendone avanzare solo alcuni, scelti con un criterio che non è assolutamente meritocratico. In soldoni è un vergognoso vestito cucito addosso a qualcuno”.
Da bocciare assolutamente anche la questione Cas-Anas che al momento è fuori dal collegato, ma che sicuramente ci entrerà la prossima settimana. Non vedo perché trattarla ora che è molto fumosa. Si rischia di buttare tutto alle ortiche, o, meglio, di regalare ad Anas una società che potrebbe essere ristrutturata”.
Per addolcire l’ennesimo boccone amaro per la Sicilia il Movimento ha presentato anche numerosi emendamenti correttivi e sostitutivi, tra questi quello che mira ad assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori delle Ipab (in alcuni casi senza busta paga anche da trenta mesi), quello che punta ad ampliare la rappresentanza degli studenti nei consigli di amministrazione dell’Ersu e quello per estendere le borse di studio a tutti gli studenti e non solo a determinate categorie.
Da salvare dentro al testo secondo i pentastellati solo le norme che sbloccano la legge sulle professioni motorie e quelle che prevedono risarcimenti alle imprese danneggiate dai cantieri allestiti per la realizzazione di opere pubbliche.