- Volti femminili che scrutano dentro l’anima
- Sono le opere di Simonetta Russotto, poliedrica artista e giornalista palermitana
- Russotto dichiara: “Non mi è mai interessato il marketing, non riesco a dipingere soggetti distonici rispetto alla mia anima”
“Mi sento felice guardando i tuoi lavori”. È una frase che Simonetta Russotto, artista poliedrica palermitana, oltre che giornalista, si sente ripetere sovente da chi possiede le sue creazioni, soprattutto i suoi volti di donna, che ormai la connotano come artista.
L’arte per continuare a guardare al futuro
Il duro periodo del lockdown non ha avuto la peggio sulla sua capacità creativa, spingendola a trovare dentro e fuori di sé le energie vitali per continuare a guardare al futuro. La forza salvifica dell’arte non ha fatto eccezioni nel caso di Simonetta Russotto e gli occhi e i volti che escono dalla sua mano, hanno saputo comunicare a tanti che la seguono: “Vai avanti puoi farcela”.
“La vera ricompensa che riempie la mia vita”
“Il feedback di chi ama i miei lavori -ha osservato l’artista – è la vera ricompensa che riempie la mia vita. Non ho mai voluto creare un vero business intorno ai miei quadri, soltanto il necessario per l’acquisto degli attrezzi, soprattutto dei pennarelli che ho sempre scelto di qualità altissima e si consumano in breve tempo”.
Tante esperienze artistiche
Una lunga storia d’amore con l’arte, nata sotto gli auspici di un’affettuosa nonna paterna che acquistava alla piccola Simonetta tutto l’occorrente per disegnare sul balcone. Poi un corso universitario in grafica pubblicitaria, tante esperienze, dentro e fuori Palermo, fra cui la più formativa quella a bottega di Maurilio Catalano, nel suo studio “Arte al Borgo”, da cui passarono anche Sciascia e Guttuso. Sotto la sua supervisione, Simonetta imparò a stendere campiture di colore in modo omogeneo e professionale, ma soprattutto riscosse la fiducia del “maestro” che ravvide in lei un talento singolare. Vi furono anche gli anni a Padova, in collaborazione con alcuni studi-botteghe.
Numerose creazioni e la passione per i volti femminili
Tante creazioni per lei: cappelli ad uncinetto in tridimensionale, finiti sulle più importanti riviste del settore, t-shirt con stampa in sublimazione dei suoi disegni, ma soprattutto volti, volti femminili surreali. Una parabola partita dall’iperrealismo di cui l’artista è ben cosciente.
“Nella seconda metà degli anni 90 – ha raccontato – disegnavo in maniera iperrealista, i miei lavori sembravano fotografie. Dopo una decina d’anni me ne distaccai e cominciai a dipingere su taccuini, tela, vetro e altro, volti femminili che mi somigliano, ma sono la mia caricatura: volti del tutto anticonvenzionali con sbavature intorno agli occhi, acconciature multicolore e incarnato costellato di nei. Partendo dalla percezione che ho di me, ho cominciato ad inventare personaggi vivaci, innovativi e con grandi occhi penetranti. Credo siano la principale attrattiva, dal momento che alcuni mi dicono di avere la percezione di essere osservati dentro l’anima. I miei primi personaggi ebbero grande successo su Facebook e da lì cominciarono le mie vittorie: esposizioni nei locali e anche negozi. Ma non ho mai accettato compromessi commerciali. Ho difeso le mie scelte iconografiche anticonvenzionali. Ad esempio, non ho mai dipinto la mia terra o elementi omologanti come i fichi d’india o simili. Ripeto non mi è mai interessato il marketing, non riesco a dipingere soggetti distonici rispetto alla mia anima”.
Il richiamo della creatività
Ora, dopo i difficili mesi della pandemia, Simonetta Russotto guarda al futuro in cui forse c’è spazio per la copertina di un album discografico. Per il resto continuerà a restare libera, asservita solo ai richiami dell’anima e della sua creatività.
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