Vito D’Anna nel suo fecondo dialogo fra Corleone e la città. Con il duplice obiettivo di fare conoscere al grande pubblico il valore artistico del pittore siciliano, nel suo tricentenario dalla nascita, si è svolto un incontro dal titolo “Via Pulchritudinis – Vito D’Anna e la Sicilia del diciottesimo secolo”, presso la Chiesa di Santa Rosalia a Corleone, che ospita la famosa Natività dell’artista, cui hanno partecipato il vescovo di Monreale Michele Pennisi, il sindaco di Corleone Ciccio Nicolosi, il direttore della Galleria regionale di Palazzo Abatellis Evelina De Castro, Mariny Guttilla, docente di Storia dell’Arte presso l’Università di Palermo, Enza Cilia, esperta presepista, monsignore Vincenzo Pizzitola, parroco della chiesa.
Grazie a recenti studi, sembra acclarato l’uso di un cartone comune per realizzare la Natività di Corleone e l’affresco sul quarto arco di Villa Filippina, appartenente alla congregazione dell’Oratorio, in cui si doveva trovare un’altra Natività, a giudicare da un reperto sopravvissuto che ha messo sulla buona strada Enza Cilia nell’individuare “Scantatu du prisepe”. Un arco sul quale il 21 dicembre, data del solstizio d’inverno, si riflette la luce del sole.
Ma le “trouvaille”, secondo l’esperta non sono finite e vale la pena continuare a studiare l’artista siciliano, alla scoperta dei numerosi indizi che ha disseminato nelle sue opere.
“Che la Via Pulchritudinis inizi – ha detto monsignore Pennisi – da Corleone ha un suo significato perché è la città delle cento chiese, di san Bernardo e san Leoluca. Una via che passa anche dall’arcivescovado di Monreale dove si trovano una grande tela “La Madonna degli Agonizzanti” e una più piccola “Santa Rosalia guidata dagli Angeli” del 1766 con la scritta cav. Vito D’Anna. La via pulchritudinis è una delle strade che ci fa giungere a Dio, non attraverso la logica o l’etica, ma passando per l’esperienza estetica. La via della bellezza è la strada maestra dell’evangelizzazione. Il Cristianesimo ha fatto della bellezza, nel corso dei suoi duemila anni, il percorso per esprimere la bella notizia di cui è latore Gesù”.
Nella chiesa di Santa Rosalia, davanti alla tela della Natività, ma anche ad un’altra splendida rappresentazione del pittore Giuseppe Velasco, la vita e le opere di D’Anna sono rivissute nella commozione e nella passione di donne che lo studiano e lo amano: Evelina De Castro, Mariny Guttilla, Enza Cilia.
La direttrice del museo Abatellis ha annunciato che l’affresco della volta di Palazzo Airoldi, realizzato dallo stesso D’Anna, strappato alla distruzione e raffigurante un motivo allegorico, è stato restaurato e pronto per l’esposizione non appena sarà adeguato lo spazio per accoglierlo; Evelina De Castro ha poi parlato della sua idea di museo nel nostro mondo contemporaneo: “Abbiamo le competenze e le tecnologie per trasformare l’idea fissa di museo in una realtà dinamica, capace di dialogare con il territorio, anche perché è il territorio che dà identità alle opere. Sebbene con tre secoli di distanza riconosco fra Antonello da Messina, la cui importanza fu scoperta nell’Ottocento, e Vito D’Anna un tratto comune consistente nella coincidenza delle opere con la sua personalità”.
Dal profilo del pittore siciliano tratteggiato da Mariny Guttilla emerge una figura in contatto con gli ambienti artistici di oltre lo Stretto. “D’Anna – ha spiegato la studiosa – è considerato il maggiore pittore siciliano, molto attivo nella diocesi di Monreale. Nella Natività ho trovato molte citazioni di un disegno a sanguigna di Nicola Giaquinto con cui ebbe modo di collaborare a Roma, la mano sul capo, così come il volto della Vergine”.
L’amore per D’Anna è emerso traslucido nelle parole di Enza Cilia che osserva i particolari dei suoi quadri con l’attenzione propria di chi ha studiato e conosce il mondo miniato del presepe: “Mi ha fatto battere il cuore – ha detto; il pittore amava la musica e suonava il salterio”. Strumento di cui è stato proposto l’ascolto sotto la volta della chiesa di Santa Rosalia. Soddisfatto il sindaco Ciccio Nicolosi per cui Corleone ha ormai deciso di cambiare pagina, ripartendo dal bello che c’è nel suo territorio.
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