Anche i consiglieri comunali hanno diritto ad uno stipendio dignitoso. Passa all’Ars il sub-emendamento che estende gli aumenti ISTAT delle indennità, previsti a livello nazionale, anche ai gettoni di presenza dei consiglieri comunali siciliani. Una manovra dalla quale i rappresentanti cittadini erano rimasti fuori a causa di un cavillo burocratico che dipendeva dalla Region e che impediva di estendere gli incrementi, così come invece avvenuto in tutto il resto d’Italia. A sbloccare la situazione una delegazione di Anci Sicilia, nella quale figurava anche l’esponente di Azione Fabrizio Ferrandelli, che ha scritto la proposta di modifica, avviata durante la discussione del documento di bilancio a Sala d’Ercole e presentata dal deputato regionale Cateno De Luca, trovando la condivisione dell’aula.
Il caso in Consiglio Comunale a Palermo
Un caso che era scoppiato ieri in Consiglio Comunale. Durante la discussione generale sul bilancio di previsione 23-25, l’esponente di Azione Fabrizio Ferrandelli ha preso la parola. Il consigliere comunale ha chiesto ed ottenuto una sospensione dei lavori per tutto il giorno. Ciò a causa di quello che l’ex parlamentare regionale ha definito un “incidente istituzionale“. Fatto avvenuto durante una riunione fra alcuni capigruppo di Sala delle Lapidi, quelli dell’Ars e alcuni esponenti di Anci Sicilia proprio sul tema del gettone di presenza. Un dibattito nel quale era emerso un certo imbarazzo nel votare la sopracitata proposta normativa. Impasse sbloccato dall’intervento di Cateno De Luca. Il “capo delle opposizioni” ha infatti presentato il sub-emendamento sottoscritto dall’Anci Sicilia, il quale ha così trovato la condivisione di Sala d’Ercole.
Come cambierà il gettone di presenza
Facendo un esempio concreto, i consiglieri comunali di Palermo prendono attualmente una cifra vicina ai 1300 euro, in caso partecipino ad almeno 23 sedute di Consiglio Comunale. In seguito alla modifica, poi passata all’Ars, questa cifra dovrebbe progressivamente aumentare fino a raggiungere un compenso intorno ai 2000 euro. Un fatto di buon senso soprattutto per chi pratica la libera professione e deve quindi sacrificare parte del proprio stipendio per potersi impegnare attivamente nella cura della cosa pubblica. Dopo l’aumento di 800 euro, quello si discusso, votato in inverno dai parlamentari regionali, è arrivato così un adeguamento del quale si discute da mesi e che permetterà di armonizzare gli stipendi dei consiglieri comunali siciliani ai colleghi del Bel Paese.
Ferrandelli: “Azzerata disparità fra amministratori”
Soddisfatto del risultato raggiunto il capogruppo di Azione a Palermo Fabrizio Ferrandelli. “Sono contento di avere contribuito ad aver azzerrato la disparità fra amministratori del Nord e del Centro Italia e quelli delle Isole. E non possono che essere felice del fatto che questa modifica equipari in dignità gli amministratori locali su tutto il territorio nazionale. E chi lo dice è uno che, otto anni fa come oggi, si dimetteva da deputato perchè non poteva più adempiere al proprio mandato secondo coscienza, rinunciando ad oltre 300.000 euro”.
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