Si è tenuto questo pomeriggio nella sala Pio La Torre di Palazzo dei Normanni, a Palermo, un incontro – in presenza e modalità web – durante il quale le forze di opposizione all’Ars (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Cento Passi, Verdi-Europa Verde) hanno discusso con i rappresentanti di Confindustria Sicilia di Pnrr e delle misure da proporre in vista della prossima legge di stabilità regionale. Presente nella sala Pio La Torre il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese.
“Abbiamo ascoltato con attenzione le considerazioni provenienti dal mondo produttivo ed industriale – dicono Nuccio Di Paola, capogruppo Movimento 5 Stelle, Giuseppe Lupo, capogruppo PD, Valentina Palmeri, parlamentare regionale di Verdi-Europa Verde, e Claudio Fava di Cento Passi – i temi sono diversi, ad iniziare dalla richiesta sempre più pressante di poter contare su una pubblica amministrazione efficiente”.
“In questo senso – aggiungono gli esponenti di opposizione – riteniamo interessante la proposta di una grande azione di ‘formazione ed aggiornamento’ dei dipendenti della pubblica amministrazione regionale, avanzata da Confindustria Sicilia. Su questo e su altri spunti emersi nel corso dell’incontro, che riguardano soprattutto il Pnrr ed i diversi processi relativi alla digitalizzazione, chiederemo di continuare il confronto in aula con il governo regionale”.
Altri punti di cui si è discusso sono l’emergenza energetica per industrie e famiglie, e lo studio di un sistema di decontribuzione che potrebbe avere importanti ricadute per le imprese, per i lavoratori e sul fronte occupazionale.
“Non esiste, al momento, alcun confronto tra la Regione e gli Enti locali per sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dal PNRR”. Lo ha denunciato nei giorni scorsi in una nota l’ANCI Sicilia. I Comuni rischiano di perdere le risorse europee per l’impossibilità di partecipare ai bandi di gara.
L’associazione dei sindaci siciliani, guidata da Leoluca Orlando, da mesi lancia l’allarme sul rischio di perdere i fondi europei perché negli uffici comunali siciliani, ci sarebbero 15mila vuoti d’organico, soprattutto nei settori della progettazione.