Il caso di bullismo all’istituto comprensivo Vittorio Emanuele Orlando di Palermo, che ha causato la morte di un 13enne, preoccupa mondo dell’associazionismo, della politica e delle istituzioni. L’allarme lanciato dall’Ars questa mattina dove è stato appositamente organizzato l’incontro che da tempo era stato programmato dal Kiwanis seppur in altre sede. La preoccupazione è che il fenomeno della violenza psicologica anche attraverso la rete possa cadere nel silenzio, nella “vergogna” di chi subisce.
“Abbiamo perorato la causa nobile di trattare apertamente di un argomento poco conosciuto e troppo spesso diventato un tabù – è l’allarma lanciato da Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Ars -. Milioni di giovani, con l’avvento di internet e della digitalizzazione 4.0, si espongono a notevoli rischi che vanno analizzati e individuati a scopo preventivo. I genitori, la scuola e più in generale l’intera comunità educante, devono conoscere le vulnerabilità di un sistema. Per quanto ci renda facilmente connessi con l’altro, altrettanto spesso ci può rendere disarmati innanzi alle violenze digitali. Ecco il perché di questo convegno proposto dal distretto Italia-San Marino dell’associazione Kiwanis che senza indugio, abbiamo voluto portare nella sede parlamentare”.
Ha lasciato tutti sconvolti quanto accaduto e che ha riguardato da vicino la scuola media di via Lussemburgo a Palermo. L’istituto ha bloccato ogni attività a Palermo per il grave lutto che ha colpito la comunità scolastica. Due genitori distrutti per aver perso un figlio di 13 anni che sabato si è tolto la vita. Una tragedia che si è verificata in pochi minuti. I genitori sono usciti e sono tornati poco dopo trovando il ragazzino morto. Pare che il ragazzo fosse vittima di bullismo da parte dei compagni. Lo deridevano. “Gay” gli avrebbero detto e scritto più volte. I sanitari del 118 intervenuti in un comune nel palermitano non hanno potuto fare altre che constatare la morte del ragazzo.
Sono in corso indagini da parte dei carabinieri per accertate i motivi che hanno spinto l’alunno a compiere l’estremo gesto. Il sospetto che il ragazzo fosse vittima di bullismo, pare sia emerso nelle chat di alunni e genitori. La dirigente scolastica non appena ha appreso la notizia ha sospeso per due giorni tutte le attività scolastiche. Anche l’uscita didattica prevista per alcune classi è stata rinviata di alcuni giorni. Bisogna accertare se realmente il ragazzo si sia tolto la vita proprie per le continue vessazioni subite anche da chi gli stava vicino a scuola.