“Siamo pronti a sostenere virtualmente l’emendamento presentato all’Ars per la richiesta di proroga della scadenza dei termini di presentazione della domanda di accesso ai contributi derivanti dall’ex tabella H. Diversamente, ci teniamo pronti a scendere in campo qualora non dovesse prevalere il buon senso di fronte ad un simile atto di ingiustizia sociale”. E’ la presa di posizione della Nuova Democrazia Cristiana che si schiera al fianco di Biagio Conte, il missionario laico che con la sua “Missione speranza e carità” è rimasta fuori dai giochi dei contributi regionali in quanto l’istanza sarebbe stata presentata fuori tempo massimo. Ecco perché diverse forze politiche hanno avviato questa battaglia per evitare che questa realtà, che assiste tantissimi indigenti a Palermo, possa di fatto dover chiudere i battenti. Senza questi contributi sarebbe impossibile poter portare avanti la missione di sostegno ai senzatetto.
Il “no” alla mera burocrazia
“Gli insegnamenti sturziani – si legge in una nota della Dc siciliana – ci suggeriscono che la burocrazia non può e non deve spingersi fino al punto tale da precludere il raggiungimento di finalità di solidarietà sociale, specie se si parla di associazioni che svolgono il loro lavoro a favore degli ultimi. Una notizia dalla quale non possiamo che trarre amaramente una conclusione: e cioè che oggi si finisce probabilmente per riservare poco spazio alla solidarietà; soprattutto se consideriamo il ruolo di fondamentale importanza sotteso alla missione di fratel Biagio, che è quello di donarsi ai nuovi poveri delle città, ovvero a tutti coloro che finiscono purtroppo per ‘rimanere indietro’, venendo etichettati come barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, prostitute, profughi, immigrati”.
La missione di fratel Biagio
La “Missione Speranza e Carità” di Biagio Conte è un’associazione fondata dal missionario laico palermitano nel 1991, sotto i portici della stazione centrale della città di Palermo, per rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della città. Un realtà che vive di questi contributi regionali e di altri sussidi di solidarietà, e dalla generosità del mondo dell’associazionismo o di altri singoli benefattori.
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