“Al quarto anno di legislatura arriva la prima e attesa riforma del governo Musumeci. Il PD aveva chiesto di inserire alcune norme per adeguarci ai più moderni paesi europei e alle regioni italiane più virtuose. E invece quella votata oggi a Sala d’Ercole è una legge già superata che non risolve le questioni dell’urbanistica siciliana.
Per questo motivo il Partito Democratico oggi si è astenuto”.
Lo ha detto il deputato e segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, in fase di dichiarazione di voto sull’articolato della legge di riforma urbanistica.
“Questa legge infatti – aggiunge Barbagallo – non snellisce i tempi dei procedimenti per l’approvazione degli strumenti urbanistici e non prevede un adeguato regime transitorio per tutti i piani regolatori in itinere. Di fatto, oggi ci sono circa 200 comuni che – spiega – hanno avviato i procedimenti di approvazione dei piani regolatori ma soltanto 30 sono già stati ‘depositati’ negli uffici dell’assessorato regionale. Ciò vuol dire che, col regime transitorio appena approvato, 170 comuni dovranno ricominciare la procedura da capo”.
Una legge che, appena nata, è già superata – si ribadisce – che non affronta i grandi temi legati al governo del territorio in Sicilia: dai centri storici, alle fasce costiere, dalle aree omogenee agli standard urbanistici che restano ancora ancorate al D.M. 1444/68: “una norma che – fa notare Barbagallo – risale a oltre 50 anni fa!”.
Ed ancora: “Il Governo non ha avuto cura di predisporre una disponibilità finanziaria adeguata su un settore così importante per il lo sviluppo del territorio. In questo modo non si potrà far fronte agli scempi legati agli abusi edilizi ne si potrà – conclude – fornire sostegno agli enti locali che devono sostenere i costi legati alle relative demolizioni e alla progettazione dei nuovi strumenti”. Risorse che avrebbero dovuto coprire anche i corsi di aggiornamento professionale e di formazione per il personale dipendente degli enti locali per garantire una pronta applicazione della norma.
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