Sergey Shapran, 38 anni, è il Ceo di Alumeta Group e ha deciso d’investire in Sicilia per rilanciare le attività della holding, la cui componente principale è il Brovary Aluminium Plant (Braz), leader europeo nel settore dei metalli non ferrosi. La Braz detiene una grossa quota di mercato interno ucraino e ha clienti in 30 paesi europei, esportando il 90% della produzione. Shapran ha scelto Termini Imerese, lo stabilimento ex-Fiat, attualmente in mano a tre commissari, come base per il rilancio delle attività di Alumeta in Europa occidentale.
Un’azienda giovane
Alumeta è una giovane azienda, così come il suo fondatore Sergey Shapran, un imprenditore appassionato di politica e giornalismo. Nel 2011, all’età di 26 anni, Shapran ha fondato la propria azienda e ha acquistato il complesso industriale di Brovary, rilanciandolo dopo la bancarotta subita nel 2010. Shapran era a Palermo il 13 febbraio scorso per discutere dell’investimento di Termini, durante il vertice sono stati illustrati i dati principali del business plan di Alumeta.
L’azienda Ucraina che lavora l’alluminio
“Nessuno credeva che avremmo davvero avuto successo – ha detto l’imprenditore ucraino al Sole24Ore -. Tuttavia, siamo stati in grado e oggi stiamo lavorando a pieno regime e i nostri dipendenti sono fiduciosi per il domani” ha raccontato a Forbes l’imprenditore Shapran. È stato Shapran a creare un nuovo marchio aziendale (Braz) che presto è entrato a far parte di Alumeta Group: l’azienda è passata dai 30 dipendenti del 2011 agli 800 dipendenti del 2021. Oggi l’azienda ucraina produce mediamente oltre 22.000 tonnellate di pezzi in alluminio finiti e l’assortimento dello stabilimento è di oltre 20.000 prodotti.
Cambio di rotta con la guerra
Con la guerra in Ucraina sono cambiate le dinamiche dell’azienda e il Ceo ha impresso un cambio di strategia. “Il sito di Termini Imerese è la base per la strategia di crescita in Europa – dicono da Alumeta –. Cercavamo un sito in Europa già da prima dello scoppio della guerra. Il mercato è in continua espansione e dobbiamo aumentare la capacità produttiva. Sicuramente inoltre il nostro stabilimento in ucraina sarà fortemente impegnato nella produzione per la ricostruzione finita la guerra”.
Cosa dovrebbe sorgere a Termini
Nel vertice di Palermo è emerso che il bando per l’assegnazione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, potrebbe arrivare entro un mese. Il Polo Meccatronica ha illustrato i dati principali del business plan del gruppo ucraino Alumeta interessato allo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Un investimento iniziale di 41 milioni di euro, di cui 27 milioni di capitali propri e 14 di finanziamento bancario. A Termini è prevista la realizzazione di una fabbrica di produzione di profilati e componenti di alluminio, con una capacità di 1.100 tonnellate al mese. L’avvio a regime in 24 mesi e, nella prima fase, l’assunzione di 250 lavoratori.
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