I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza agli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Cottone e Chiara Gulotta, marito e moglie palermitani, rispettivamente amministratore di fatto e rappresentante legale della sala giochi in via Cavour a Palermo President Gaming Hall , accusati di peculato e abusiva attività finanziaria ed indagati anche per il reato di riciclaggio. Cottone è anche proprietario e amministratore delegato del Marsala Calcio.
L’operazione “Washing Hall” è stata coordinata dai pm Giovanni Antoci e Vincenzo Amico e dal procuratore aggiunto Sergio Demontis.
E’ stato disposto dal giudice anche il sequestro di beni e disponibilità finanziarie di un milione di euro relativo al debito complessivo con l’erario maturato nell’arco di 4 anni, nonché della sala giochi. Secondo quanto accertato dai finanzieri del 2° nucleo operativo metropolitano di Palermo marito e moglie si sarebbero appropriati degli importi dovuti per legge su tutte le giocate effettuate e quelli previsti dal canone di concessione, non versando i soldi alla concessionaria dello Stato.
Le indagini condotte dai Finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, guidati dal colonnello Alessandro Coscarelli, sono avvalse di intercettazioni telefoniche, videoriprese e controlli patrimoniali. All’interno della sala giochi si svolgeva, secondo i finanzieri, un’attività abusiva finanziaria. I titolari concedevano dei ticket validi per giocare dietro la consegna di assegni bancari postdatati e in alcuni casi senza la data di emissione.
Il territorio Trapanese nella giornata odierna è stato teatro anche di un’altra operazione completamente scollegata da questa eseguita, invece, dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione alla confisca emessa dal Tribunale di Trapani agli imprenditori alcamesi Nicolò e Leonardo Coppola, degli eredi di Francesco e del loro prestanome Gaetano Manno, già indagati nell’ambito dell’operazione “Alqamah” per intestazione fittizia di beni.
I provvedimenti, richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno messo i sigilli al patrimonio degli imprenditori per un valore complessivo di 1,7 milioni di euro.
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