La polizia di Stato ha arrestato a Palermo F.P.R. di 62 anni accusato di trasporto e detenzione di 107 panetti di hashish, del peso 11 chili. Durante un controllo gli agenti del commissariato Brancaccio hanno bloccato un’auto dove nel bagagliaio è stato trovato una scatola con i panetti di hashish.
Nella vettura è stato trovato un mazzo di chiavi. Una delle chiavi ha aperto un box nel quartiere Sperone, dove i poliziotti hanno trovato altri 7 panetti di hashish dello stesso tipo di quelli sequestrati poco prima. Il gip di Palermo ha convalidato l’arresto. La sostanza stupefacente sequestrata una volta immessa in commercio avrebbe fruttato ai venditori la somma di circa 40.000 mila euro.
L’arresto a Pantelleria
I Carabinieri della Stazione di Pantelleria hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, un uomo di 35 anni. I militari dell’Arma, durante i consueti controlli presso l’area sbarco passeggeri al molo Wojtyla, notando l’atteggiamento guardingo del 35enne che scendendo dalla nave avrebbe cercato di dileguarsi tra la folla, lo hanno fermato e sottoposto a perquisizione.
I sospetti
I sospetti dei Carabinieri si rivelavano fondati in quanto, ben occultati all’interno della valigia, l’uomo deteneva 2 involucri contenenti complessivamente oltre 100 gr. di hashish, un involucro con all’interno circa 10 gr. di cocaina e 25 gr. di marijuana, il tutto sottoposto a sequestro. L’uomo, a seguito dell’udienza di convalida, è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Pantelleria.
La droga a Palermo
Nel corso delle indagini coordinate dalla Dda è stato ricostruito un episodio che testimonia il giro dei soldi e la violenza delle organizzazioni che gestivano due piazze di spaccio ma potevano contare su alcuni corrieri fidati. Non sempre tutto filava liscio. E’ quanto successo a giugno del 2022 quando Pasquale Cianella, uno dei indagati calabresi, che si presentò ai carabinieri di Villabate (Palermo) dicendo di essere stato rapinato del furgone in via Massina Marine da tre uomini che gli avevano portato via 180mila euro.
Il furgone bruciato a Misilmeri
Il furgone fu poi trovato bruciato a Misilmeri. Il racconto non era credibile. Le immagini di videosorveglianza smentivano la denuncia. La rapina in effetti come accertato sarebbe stata una messinscena. Il mese successivo Cianella sarebbe stato rapito a Gallico, in provincia di Reggio Calabria, e portato in un terreno dove ad attenderlo c’erano altri due calabresi convolti nel blitz, Manuel Monorchio e Mariano Domenico Corso.
Il silenzio davanti gli agenti
Volevano i 180mila euro che sarebbero spariti dalla trasferta in Sicilia. E che la rapina non c’era mai stata. Cianella ha negato anche quando legato in una stalla e legato con le fascetta con un’accetta gli hanno tagliato la falange del mignolo. Lo avevano minacciato di ucciderlo e di darlo in pasto ai maiali. Dopo il taglio del dito la vittima riuscì a liberarsi dal bavaglio e iniziò ad urlare. Una donna chiamò le forze dell’ordine. Anche davanti agli agenti Cianella non raccontò nulla dei viaggi e dei trasporti di droga. Riconobbe solo attraverso le foto segnaletiche chi lo portò nel fondo e chi lo legò e chi gli amputò il dito.
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