Prima avversari, ora alleati. Gaetano Armao torna alla Regione. All’ex assessore al Bilancio ieri il presidente Schifani ha affidato l’incarico di curare i rapporti con Bruxelles e col governo nazionale in materia di finanziamenti extra-regionali. Come scrive il Giornale di Sicilia, Armao riceverà circa 60 mila euro lordi all’anno (più Iva e contributi previdenziali), anche se l’effetto politico ha un peso specifico molto superiore.
La nomina di Armao
È una nomina della durata di un anno che arriva a pochi giorni dalla impugnativa con cui il governo nazionale ha fatto cadere un terzo della Finanziaria siciliana: una sessantina di norme che prevedevano l’impiego di risorse extra regionali (i fondi Fsc) per circa 800 milioni.
Toccherà ora anche ad Armao discutere con Roma il recupero di queste risorse e sarà sempre l’avvocato amministrativista e professore universitario a tessere la tela per la programmazione degli altri fondi in arrivo. È un ruolo di primo piano che traspare anche dal decreto firmato ieri sera da Schifani in cui si legge che ad Armao va l’incarico di esperto “in ragione della qualificata competenza acquisita”.
Cosa significa questa nomina
Anche se formalmente Armao sarà un semplice esperto che affiancherà il presidente, il suo ritorno nell’orbita di Palazzo d’Orleans segna un confine nella sfera di azione dell’attuale assessore al Bilancio, Marco Falcone. È lui che finora ha tenuto i rapporti con Roma, almeno fino alla maxi impugnativa.
La nomina di Armao ha anche altri effetti politici. Riavvicina alla galassia di Schifani un altro big forzista che aveva lasciato il partito alla vigilia delle Regionali in aperta polemica con la gestione di Gianfranco Micciché. Armao era passato al terzo polo, in quota Calenda. È un percorso simile a quello che avevano fatto a Catania Giuseppe Castiglione e Pino Firrarello, anche loro ricondotti recentemente da Schifani in orbita forzista seppure in questa fase solo come sostenitori esterni del candidato del centrodestra a sindaco.
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