Da giorni protestano per la sospensione dello scuolabus. Cresce il dissenso fra i genitori del quartiere Arenella di Palermo. Padri e madri che, a causa della sospensione dello scuolabus che serviva la borgata della settima circoscrizione, faticano o addirittura non riescono a portare i propri figli a scuola. Complice anche l’ondata di maltempo che sta interessando il capoluogo siciliano, chi non ha un mezzo proprio è costretto a fare i salti mortali per raggiungere gli istituti scolastici, a volte anche distanti un paio di chilometri.
Ciò in seguito all’ondata di accorpamenti che ha messo insieme plessi scolastici a volte molto distanti. Come nel caso della scuola Di Bartolo di lungomare Cristoforo Colombo. Struttura che rientra nella competenza dell’istituto comprensivo Karol Wojtyla, la cui sede è addirittura in un’altra circoscrizione, ovvero in via dell’Arsenale. Luogo nel quale, nella giornata di giovedì 23 novembre, alcune mamme avevano protestato per chiedere il ripristino dello scuolabus e del ripristino delle condizioni di sicurezza durante l’accesso a scuola. Richieste al momento non ascoltate. Dall’assessorato alla Scuola del Comune di Palermo non è arrivato nessun dietrofront. La situazione, al momento, rimane identica a quella della scorsa settimana.
Fatto per il quale il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Natale Puma torna a chiedere risposte all’Amministrazione Comunale. “Ho sentito i genitori dell’Arenella proprio in queste. Da giorni – sottolinea Puma -non mandano i figli a scuola, in quanto impossibilitati a causa della carenza dello scuolabus. Con l’avanzare della stagione invernale, le assenze saranno più frequenti. Chi non ha un mezzo non riuscirà a portare i bambini nell’istituto, o quantomeno farà fatica a farlo nell’orario previsto. Chiedo nuovamente al Comune e all’assessore di rivedere la propria posizione. Si rischia di vedere chiudere questi istituti, in quanto i genitori porteranno i propri ragazzi nelle scuole più vicine. Perderemo alcuni presidi sul territorio, con le periferie che diventeranno sempre di più periferie“.