Il gip di Caltanissetta ha disposto l’archiviazione dell’indagine avviata nel 2018 dalla Procura nissena sul giudice palermitano Cesare Vincenti, morto suicida nel 2019, e sul figlio Andrea, avvocato.
L’indagine riguardava la vicenda del Palermo Calcio, in particolare la fuga di notizie che nel 2018 consentì a Maurizio Zamparini, all’epoca componente del consiglio di amministrazione del Palermo, di evitare la misura cautelare chiesta dalla Procura di Palermo che lo indagava per falso in bilancio e auto riciclaggio.
Secondo l’ipotesi investigativa dei pm nisseni, ai quali il fascicolo fu trasmesso per competenza dalla Procura del capoluogo, Cesare Vincenti, all’epoca presidente dell’ufficio Gip di Palermo, avrebbe fatto sapere a Zamparini che era pendente nei suoi confronti una richiesta di arresti domiciliari consentendogli, così, di dimettersi e facendo venire meno le esigenze cautelari. A fronte di tale “soffiata”, l’avvocato Andrea Vincenti avrebbe ottenuto, alcuni mesi dopo, un incarico nell’organismo di vigilanza del Palermo Calcio con un compenso di seimila euro l’anno, peraltro mai corrisposto.
L’ipotesi poggiava sulle intercettazioni di conversazioni di un magistrato dell’ufficio Gip di Palermo. Il giudice avrebbe rivelato ad altri colleghi la convinzione che la “talpa” fosse il presidente Vincenti o il figlio avvocato. Vincenti è scomparso tragicamente nel 2019, ma le indagini sono andate avanti nei confronti del figlio.
Al termine dell’indagine, la Procura ha chiesto l’archiviazione della posizione del legale, anche con riferimento al secondo filone che riguardava l’acquisto di un appartamento a Palermo. Ipotesi investigativa ritenuta dai pm infondata ed archiviata dal GIP. “Che i teoremi accusatori si sarebbero conclusi con una archiviazione è un fatto di cui sono sempre stato convinto, come sa bene tutta Palermo – osserva l’avvocato Vincenti – e sono contento che le indagini siano proseguite su di me dopo la scomparsa di papà in modo da fugare qualunque assurda ombra sul suo e mio operato”.
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