Al via a Palazzo Reale i “laboratori di cultura” organizzati dalla Fondazione Federico II.
Il primo OpenLab con Nicola Laneri
Il primo OpenLab “Pionieri della Cultura” ha avuto quale protagonista l’archeologo siciliano dell’Università di Catania Nicola Laneri, che con il suo team ha di recente rinvenuto il cosiddetto muro di Hammurabi, nella periferia sud di Bagdad.
La collaborazione tra Italia e Iraq in ambito archeologico
All’evento, presentato dal direttore della Fondazione Patrizia Monterosso, hanno partecipato da remoto l’ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti e Laith Majid Hussein, direttore dello Sbah. Entrambi hanno ricordato la proficua collaborazione fra i due paesi nell’ambito dell’archeologia. L’Italia con ben 19 missioni è il paese più presente nell’ambito degli scavi in Iraq.
Monterosso: “Preservare dall’oblio le civiltà antiche”
“Comincia oggi – ha spiegato Monterosso – un ciclo d’incontri che presenteranno sotto forma di “racconto” le esperienze culturali. “I pionieri della cultura” danno testimonianza del loro impegno per preservare dall’oblio le civiltà antiche, tenendole in custodia. Si parte con la narrazione di un archeologo siciliano, di cui siamo orgogliosi, che ha operato in un contesto reso difficile dagli anni di guerra, quella terra fra i due fiumi, nota nell’antichità come Mesopotamia, oggi Iraq. Tutte le indicazioni internazionali sottolineano il rischio che le guerre comportano per il patrimonio archeologico, abbiamo provato rabbia nel vedere ridotti in polvere i resti di popoli che hanno dato i natali alla nostra civiltà. Gli scavi archeologici, lungi dall’essere materia morta, sono considerati uno strumento prezioso attraverso cui l’Iraq martoriato dalla guerra può ripartire, anche dal punto di vista economico”.
Laneri: “Creare un parco archeologico di area paleo-babilonese in Iraq”
Laneri ha raccontato come si sia arrivati ad una scoperta straordinaria sotto tutti i punti di vista, cioè un bastione risalente all’epoca di Hammurabi.
“La più grande difficoltà – ha detto l’archeologo siciliano – è che il sito di Tel Muhammad si trova nella periferia sud della città e per circa tre quarti è stato inglobato nell’espansione urbana. Fu individuato a metà dell’800 dall’archeologo inglese Layard, che comprese come potesse essere considerato un avamposto di Hammurabi, appartenente alla prima dinastia babilonese. Hammurabi fu il primo sovrano mondiale e cambiò la visione del mondo, codificata nel suo famoso codice. Durante il nostro scavo ci siamo imbattuti in una porta e abbiamo identificato il “nostro” il bastione, alto 6 metri e lungo circa 50, che va in direzione della zona sacra dell’insediamento. Al di sotto abbiamo anche ritrovato un canale di scolo in ceramica, cioè una vera e propria fognatura risalente a 4 mila anni fa. Il difficile sarà tracciare un sistema di mappatura dei canali in un’area altamente urbanizzata.
Il nostro obiettivo, insieme all’ambasciatore, è creare un parco archeologico di area paleo-babilonese da lasciare alla popolazione locale e ai turisti che speriamo arrivino sempre più numerosi in questo paese”.
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