I giudici del Tar Palermo hanno respinto la richiesta di sospensiva al calendario venatorio presentato dalla Regione Siciliana. È stata respinta l’istanza cautelare presentata dalle associazioni ambientaliste Legambiente Sicilia, Wwf Italia onlus e Lipu, l’Enpa, e la lega per l’abolizione della caccia che hanno impugnato il decreto dell’assessorato.

Difese accolte dal Tar

Sono state accolte le tesi difensive delle associazioni Unione Associazioni Venatorie Siciliane, assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, Liberi Cacciatori Siciliani, l’Associazione Nazionale Cacciatori, l’associazione Italcaccia Sicilia, comitato regionale anuumigratoristi Sicilia, assistiti dall’avvocato Barbagallo, e l’assessorato regionale dell’Agricoltura, assistito dall’avvocatura.

Gli avvocati hanno affermato che il calendario venatorio, in relazione ai periodi ed alle specie cacciabili, è pienamente rispettoso di quanto tassativamente previsto dalle leggi anche nel rispetto del principio di precauzione e di piena conservazione del patrimonio faunistico.

La decisione

Secondo i giudici le previsioni delineate del calendario venatorio dall’assessorato regionale, seppur in alcuni casi si discostano dal parere Ispra, devono considerarsi ragionevoli e in linea con il quadro normativo di riferimento. L’udienza di merito è fissata per il 4 dicembre.

Le parole del WWF

Le associazioni ambientaliste e animaliste Wwf Italia, Legambiente Sicilia, Lipu, Enpa e Lndc Animal Protection hanno impugnato avanti al tribunale amministrativo regionale di Palermo il calendario venatorio 2024-2025 col quale il presidente della Regione, Renato Schifani, ha autorizzato l’apertura anticipata della caccia nell’Isola sin dallo scorso 1 settembre e fino al 30 gennaio 2025. Nei giorni scorsi il Wwf aveva aspramente criticato la decisione del Presidente Schifani – giudicata ‘sconsiderata ed inaccettabile’ – di anticipare l’apertura della caccia di un mese rispetto a quanto suggerito dall’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra), evocando il rischio di ”un gravissimo impatto sulla fauna selvatica in un periodo delicatissimo con un’estate siccitosa e temperature torride” e denunciando gravi irregolarità e violazioni da parte di molti cacciatori nei primi giorni di ‘pre-apertura’ della caccia a colombacci e tortore.