Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttiva, interviene sull’autonomia differenziata. Il dibattito che si è aperto su tale norma ha spaccato in due l’opinione pubblica ma anche le forze politiche che dibattono quotidianamente sull’opportunità o i problemi che tale provvedimento possa creare in Sicilia.
Queste le parole di Tamajo: “In un momento cruciale per il nostro Paese, è fondamentale fermarsi e ascoltare. Ascoltare la voce delle comunità, delle imprese, delle istituzioni che rappresentano l’anima del nostro Mezzogiorno. Ascoltare chi, da sempre, lotta per il bene comune e per un’Italia che non lasci indietro nessuno. In questo contesto, la discussione sull’autonomia differenziata solleva domande profonde e urgenti sul futuro del nostro Paese”.
“L’autonomia differenziata, se da un lato può rappresentare un’opportunità per valorizzare le specificità territoriali, dall’altro lato non deve mai diventare un pretesto per indebolire la coesione nazionale. Il rischio di nuove fratture tra Nord e Sud, in un’Italia che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di divari economici e sociali, è reale. Per questo motivo, è essenziale che ogni scelta venga presa con saggezza, moderazione e un profondo senso di responsabilità verso tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro regione di appartenenza”.
L’esponente di Forza Italia prosegue: “Le imprese del Mezzogiorno, da sempre motore di crescita e innovazione, meritano di essere ascoltate e supportate. Il tessuto produttivo del Sud Italia ha bisogno di politiche che incentivino lo sviluppo, l’occupazione e la competitività a livello nazionale e internazionale. Non possiamo permetterci – e sono certo che non avverrà – che l’autonomia differenziata diventi un ulteriore ostacolo, ma piuttosto deve essere uno strumento che favorisca un’equa distribuzione delle risorse e delle opportunità”.
“In questo contesto, la voce della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) risuona con particolare rilevanza. La Chiesa, con la sua millenaria tradizione di custodia dei valori morali e sociali, ci richiama a riflettere sul bene comune e sulla solidarietà come pilastri della nostra convivenza civile. Le parole della CEI sull’autonomia differenziata non sono un richiamo nostalgico a un passato centralista, ma un appello a non sacrificare l’unità nazionale sull’altare di interessi particolari. Come ha saggiamente ricordato la CEI, ‘il rischio di accentuare le disuguaglianze territoriali è una sfida che non possiamo ignorare’.
Nel dibattito politico e istituzionale, non dobbiamo dimenticare che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, sulla solidarietà e sul rispetto reciproco. Ogni passo verso l’autonomia differenziata deve essere mosso nella consapevolezza che l’unità del Paese è un bene supremo, che non può essere compromesso”.
L’invito ad un dialogo costruttivo
“Ecco perché, invitiamo tutti a un dialogo costruttivo, dove la ragione e il buon senso prevalgano sulle divisioni e sugli egoismi. È solo attraverso un confronto sereno e rispettoso che possiamo trovare soluzioni che tengano conto delle diverse esigenze territoriali senza compromettere l’integrità e la coesione del nostro Paese”.
E conclude: “In questo processo, ascoltiamo la gente, ascoltiamo le imprese del Mezzogiorno, ascoltiamo la CEI. Solo così potremo costruire un’Italia più giusta, più forte e più unita”.