“Dopo questo periodo molto complicato dovuto a due anni di pandemia e adesso all’incubo della guerra in Ucraina, il nostro impegno come sindacato sarà quello di evidenziare ancora di più le istanze degli anziani, lasciati soli dalla politica, e che hanno subito un aggravamento nella qualità dei servizi e nei diritti e hanno visto un ulteriore depauperamento del loro potere di acquisto”. A dirlo Francesco Rossellini, appena rieletto all’unanimità segretario provinciale del sindacato pensionati Sapens Orsa. “In questo particolare momento – prosegue Rossellini – il caro bollette, l’aumento spropositato dei costi del carburante, sta danneggiando in particolare una classe sociale come quella degli anziani che già avevano difficoltà, in alcuni casi, ad arrivare a fine mese. Auspichiamo che il governo attui veramente al più presto quelle misure promesse per mitigare questi insensati aumenti, e ci sia una svolta nella politica energetica del paese per evitare che in futuro si ripetano le stesse condizioni di disagio”.
“Il Covid19 – prosegue Rossellini – per le persone di una certa età, e quindi molto fragili nella maggior parte dei casi, oltre a causare migliaia di morti, ha evidenziato, qualora ancora ce ne fosse bisogno, la precarietà dell’assistenza e il mal funzionamento del sistema sanitario. In molti casi, gli anziani non potendo curare adeguatamente alcune malattie, o non potendo ricorrere a visite specialistiche per le restrizioni dovute alla pandemia, hanno visto aggravarsi il loro quadro socio sanitario. Inoltre, l’impatto che queste restrizioni hanno avuto sugli anziani è particolare proprio in relazione alla più frequente situazione di “fragilità” fisica e cognitiva. La necessità di ridurre le interazioni sociali ha drammaticamente ridotto lo “spazio vitale” di molti anziani, con un impatto negativo non solo sullo stato di funzione fisica ma anche sul tono dell’umore e a volte anche sulla performance cognitiva”.
“L’isolamento domestico ha comportato una significativa riduzione del livello di attività fisica con conseguenze negative in particolare in alcuni soggetti affetti da osteoporosi, artrosi, malattie neurologiche come il Parkinson, diabete mellito, malattie cardiovascolari. Da un punto di vista psicologico, l’anziano ha avuto una percezione più acuta della perdita, legata ad una prospettiva del futuro inevitabilmente più ristretta, e le rinunce imposte dalla pandemia diventano più dolorose. Non da ultimo è importante sottolineare che i minori contatti, l’isolamento e la paura di contrarre l’infezione ha molto spesso causato un differimento cure mediche con una variabilità interindividuale importante, spesso legata a differenze culturali ed economiche, ad esempio in termini di accesso a internet e/o utilizzo di smartphone. Il governo nazionale – investa ingenti Fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nell’assistenza sanitaria. Visto l’emergere di molte carenze dal punto di vista sanitario bisogna agire subito chiedendo una riorganizzazione delle cure domiciliari e delle RSA con potenziamento dell’assistenza agli anziani fragili in ospedale, sia in termini strutturali che di personale sanitario, come medici geriatri, infermieri, fisioterapisti, assistenti con formazione geriatrica. Necessario anche il rafforzamento e l’omogeneizzazione dei servizi territoriali e delle cure domiciliari per anziani. Fondamentale, inoltre, l’incremento dei posti letto di geriatria in ospedale per acuti e per le cure intermedie, con particolare attenzione alle strutture deputate alla riabilitazione estensiva per il recupero della funzionalità residua”.
“Tutte queste esigenze – continua Rossellini – vanno affrontate pensando all’anziano non solo come un costo, ma come una risorsa, perché le persone anziane sono speso, un valido supporto per le famiglie, alle quali spesso forniscono aiuto per la cura dei figli e per il ruolo redistributivo di natura intergenerazionale svolto con i loro redditi da pensione nei casi di disoccupazione o di perdita del lavoro dei più giovani, contrastando così il rischio di povertà, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Noi pensionati rappresentiamo il vero welfare italiano, le nostre pensioni aiutano e hanno aiutato i nostri figli e nipoti in tutti i momenti difficili di quest’ultimo trentennio, in particolare nei momenti di crisi economica. Secondo calcoli effettuati il valore del nostro aiuto, del nostro sostegno a supporto dei nostri cari e delle nostre famiglie ma anche della collettività è valutato oltre ai 10 miliardi di euro annui.
Tutto ciò nonostante siano continuamente vessati da tasse inique, da tagli pensionistici, dalla perequazione a contributi di “solidarietà”, che fanno perdere alle nostre pensioni il potere di acquisto e gli adeguamenti al costo della vita. Infine il nostro impegno affinché una nuova riforma della previdenza tuteli le pensioni in essere come quelle future, che superino bonus e sconti estemporanei, che graverebbero ancora sulla spesa pensionistica previdenziale, anche per la mancanza di una netta separazione contabile nei bilanci Inps della spesa pensionistica assistenziale. E’ ora poi si deve dire basta ai tagli indecenti e ignobili soprattutto sulle pensioni di reversibilità, assai penalizzate dal doppio incidere della fiscalizzazione, che pesa su l’aliquota marginale Irpef ingiustamente. La presenza di maggiori persone anziane nella società italiana, è un dato che pone problemi nuovi dal punto di vista sanitario e socio-economico e dovrebbe costituire per l’intera classe politica un monito per agire conseguentemente con adeguate politiche valorizzando il ruolo degli anziani nella società”.