La commissione antimafia regionale si è recata stamani a Corleone per l’incontro istituzionale con i commissari prefettizi dei comuni di Corleone e Palazzo Adriano. L’incontro si è svolto in Municipio. Nei due comuni
(sciolti per mafia) si vota domenica prossima.
“Le due commissioni che hanno retto i comuni hanno lavorato per riportare alla normalità macchine amministrative fortemente permeate da condizionamenti e interferenze mafiose” ha spiegato il presidente Fava.
“Preoccupante era soprattutto lo stato di assoluta opacità in cui versava il comune di Corleone: la riscossione dei tributi, totalmente inefficace, era affidato al cognato del boss mafioso Antonino Spera, capomafia di Belmonte; l’abitazione del boss locale Rosario Lo Bue, confiscata e assegnata al comune, da anni era stata lasciata nella disponibilità della famiglia Lo Bue; alcuni servizi comunali, esternalizzati con affidamenti diretti, erano stati affidati a imprese legate a famiglie mafiose; un’associazione che faceva capo al figlio di Bernardo Provenzano e che faceva promozione turistica del “mito mafioso” del paese era ospitata gratuitamente in locali comunali; il servizio di raccolta dei rifiuti era affidato a un’impresa gravata da un’interdizione per mafia…”
“Dopo due anni di lavoro – prosegue Fava – i Commissari prefettizi hanno bonificato il Comune, tagliato privilegi, smaltito opacità e recuperato risorse. Dopo un’iniziale diffidenza, la popolazione si è mostrata sempre più vicina al loro lavoro.”
“Ad essere rimasti lontani – conclude Fava – sembra siano invece i tre candidati a sindaco, che, da quello che abbiamo appreso, hanno bandito la parola “mafia” dalla propria campagna elettorale. E questo ci preoccupa”.