“Lo scorso 15 novembre nel corso di una riunione convocata ‘ad hoc’ Confcommercio aveva espresso chiaramente la propria linea sulla data dei saldi invernali, da lanciare così come avviene in tutta Italia sabato 5 gennaio. Linea che era stata ribadita cinque giorni dopo attraverso una lettera inviata all’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano. Abbiamo chiarito fin da subito che Confcommercio era assolutamente contraria a far partire i saldi il 2 gennaio, giorno dopo una delle festività, Capodanno, più importante per le tante famiglie degli operatori del commercio e dei dipendenti”.
Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo che replica alle dichiarazioni dell’assessore regionale Turano.
“Una seconda riunione, convocata sul medesimo argomento nel giro di pochi giorni, con lo stesso punto all’ordine del giorno, lascia più di qualche perplessità – aggiunge Patrizia Di Dio – visto che l’assessore Turano ha tralasciato e messo da parte il parere espresso pochi giorni prima da Confcommercio Sicilia. Dispiace constatare che lo stesso comportamento nel recente passato lo abbiamo subito dall’ex assessore Mariella Lo Bello e quindi registriamo che cambiano i soggetti e lo schieramento, ma i comportamenti che violano gli interessi legittimi delle categoria restano immutati”, conclude Patrizia Di Dio .
Sulla vicenda interviene anche Confimprese Sicilia: “L’incremento dei fatturati di Gennaio – ha commentato Giovanni Felice Coordinatore Regionale di Confimprese Sicilia – dimostrerà quanto sia stata oculata la nostra richiesta di anticipare la data di avvio dei Saldi al 2 gennaio.
Non riusciamo a comprendere le motivazioni addotte da chi si manifesta contrario – continua il Coordinatore Regionale di Confimprese – perché l’avvio dei saldi il 2 gennaio non è una novità, era cosi già nel 2016 e delle gravi difficoltà operative non se ne è accorto nessuno anche perché già il 31 dicembre nel pomeriggio le vendite rallentano tanto da consentire l’allestimento dei negozi.
Appare illogico il ragionamento che se una organizzazione, peraltro assente alla discussione, sia contraria – insite Giovanni Felice – debba prevalere il suo parere rispetto a quello delle altre associazioni di categoria e dell’intera rappresentanza dei consumatori, mi pare che si accusi l’assessore più di “lesa maestà” che di non avere favorito una discussione sull’analisi delle motivazioni che ci hanno portato a chiedere di anticipare l’avvio dei saldi e sugli ulteriori elementi di riflessione, come la presenza turistica in quel periodo, introdotte dall’assessore Turano. Non è solo una questione di rappresentatività, ma è, e deve essere, una questione di contenuti che, da parte di chi si dice contrario non ci sono stati.
In un momento in cui – conclude Felice – si avverte sempre più la pressante concorrenza del commercio elettronico che è sempre in promozione, che l’impossibilità di effettuare i controlli premia i furbetti dei saldi che alterano le quote di mercato, chi vuole il bene del “Commercio Fisico” deve sostenere le imprese in attività dando loro occasioni di fatturato. Nella scorsa stagione il volume d’affari nel periodo dei saldi ha registrato un meno 10% che coincide con i mancati incassi determinati dal ritardo, rispetto al 2017, dell’avvio dei saldi.
Ci assumiamo per intero la responsabilità di avere promosso questo provvedimento certi come siamo che i commercianti ci ringrazieranno”.
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