Protestano gli Esecutivi di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Sicilia, riuniti ieri – giovedì 7 – in videoconferenza dai segretari Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino alla presenza dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone. Fai-Flai-Uila, che annunciano un presidio per venerdì 23 dinanzi all’Assemblea Regionale a Palermo auspicando “dialogo e confronto con il presidente dell’Ars e i capigruppo”.
I sindacati denunciano: “Il Governo Musumeci ha approvato dopo anni di annunci e di bluff, riforme promesse e mai mantenute, un disegno di legge che non abbiamo mai potuto discutere nei suoi contenuti prima del passaggio in Giunta. E dopo questo passaggio s’è materializzata l’ultima… pinocchieria: presentare in un comunicato ufficiale quella proposta come frutto, riportiamo testualmente, di un preventivo confronto con le parti sociali. Conosciamo già il testo inviato al Parlamento regionale e pubblicato sul sito ufficiale dell’ente, in attesa di benevolo disvelamento della proposta da parte dell’assessore all’Agricoltura che ci ha convocati per martedì 13. Noi andremo per rispetto all’istituzione e senso di responsabilità, ma diremo che la Regione vuole dotarsi di norme inutili. Anzi, controproducenti per i lavoratori e per i cittadini siciliani. La logica di questa riforma va ribaltata, o siamo pronti a una grande mobilitazione per settembre dopo un percorso di assemblee unitarie in tutte le province con le lavoratrici e i lavoratori che avrà inizio sin dai prossimi giorni”.
Gli Esecutivi delle tre organizzazioni di categorie aggiungono: “Esibire una copertina o poco più non si può certo chiamare confronto, che adesso ci auguriamo possa svilupparsi seriamente con il Parlamento regionale. Vogliamo subito dire la nostra. Sia chiaro, quindi, come questa sbandierata riforma a costo zero nasca morta perché tradisce le attese delle centinaia di amministrazioni locali, che hanno sottoscritto la nostra proposta di investimento sulla difesa dell’ambiente e sulla lotta al dissesto idrogeologico. Evidentemente, però, il Governo Musumeci confonde investimenti con spese. E intanto punta a un blocco indiscriminato del turn-over che mira ad azzerare il Servizio Forestale Pubblico, con il rischio del tutto evidente di futuro ricorso alle privatizzazioni che rappresentano un salto nel buio”.
“Il disegno di legge – sottolineano ancora – prevede, oltre alle tradizionali attività di manutenzione e antincendio, che i forestali svolgano non meglio precisate mansioni di protezione civile e contrasto al randagismo. La nostra proposta, ormai da anni a disposizione delle forze politiche regionali, indica tra le competenze della Nuova Forestale la manutenzione e l’antincendio, gli interventi contro il rischio idrogeologico anche in aree demaniali non incluse nel patrimonio forestale, il recupero dei terreni abbandonati, la gestione produttiva del demanio forestale, la valorizzazione di parchi e riserve. La differenza ci sembra evidente”.
“Sia chiaro, poi, che è un chiaro ed evidente errore prevedere lo smantellamento della quota, peraltro minima, di forestali a tempo indeterminato attualmente in organico che sono la spina dorsale del comparto. Su di essi, infatti, s’impernia la gestione dei cantieri forestali e dei magazzini, degli autoparchi e dei centri operativi, oltre al necessario e mai sufficiente presidio permanente dei boschi. Senza parlare del supporto indispensabile che assicurano alle Direzioni lavori. Pensare di eliminare il contingente LTI vuol dire smantellare la Forestale in Sicilia negando, peraltro, le legittime aspettative dei lavoratori per la stabilizzazione”.
“Quando la Sicilia brucia – concludono Fai, Flai e Uila – non serve che il presidente Musumeci getti fumo negli occhi. Ce n’è già abbastanza a causa dei roghi!”.