Palermo

Anno giudiziario Palermo, cresce lo scontro fra politica e magistratura mentre Messina Denaro non comanda davvero Cosa Nostra

‘La critica alle sentenze è un elemento della democrazia ma l’uso di insulti e linguaggio dell’odio non favoriscono il dibattito e la crescita della giurisprudenza. Non basta il consenso popolare per ricorrere a mezzi di scontro eccessivi’.

E’ una critica forte al livello di scontro che si respira nel Paese e al ruolo della politica in Italia ed in Sicilia quella contenuta nella relazione sull’andamento della giustizia nel distretto di Palermo fatta dal Presidente Matteo Frasca all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Secondo Frasca continua a diminuire il rispetto per la cosa pubblica a vantaggio, piuttosto, dell’interesse privato. La politica non fa eccezione, al contrario tiene un atteggiamento personalistico della gestione della res pubblica.

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Sul fronte della lotta alla mafia Matteo Messina Denaro dalle indagini risulta disinteressato agli affari di Cosa Nostra. Il latitante non ha il controllo sulla mafia come i boss suoi predecessori. Al contrario la morte di Totò Riina ha aperto una stagione conflittuale dentro Cosa Nostra ed una battaglia per la successione al vertice.

Come nel passato la nuova Cosa Nostra resta interessata ai rapporti con la politica. Rapporti che cerca continuamente in varie forme e in vari modi. La principale fonte di guadagno, per la mafia, comunque è il traffico di stupefacenti. Una fonte di reddito restano le estorsioni, il così detto pizzo, anche se i dati oggettivi mostrano una contrazione di questa voce. Sfugge alla statistica, però, una quantità di estorsioni che non vengono denunciate. Nonostante l’azione di molte associazioni antiracket, infatti, sono tanti, troppe, le vittime che scelgono di pagare e non denunciare

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Sul fronte meramente statistico diminuiscono anche i reati di corruzione, concussione e indebita percezione dei contributi pubblici nonostante il crescente ‘disprezzo’ della Cosa pubblica. Ciò, probabilmente, per effetto della rinnovata attenzione delle inchieste a questa materia anche sotto pressione forte da parte della pubblica opinione non più disposta a tollerare queste azioni.

Gli sbarchi di migranti hanno subito negli ultimi tempi una forte diminuzione. Ma il dato è solo apparente perché nasconde l’espansione di un fenomeno collaterale ha poi aggiunto Matteo Frasca, che parla di un vertiginoso aumento di “sbarchi fantasma”. Sarebbe l’effetto del “mutamento delle politiche migratorie generali” e del conseguente “allontanamento delle imbarcazioni delle Ong dalle acque internazionali teatro del traffico di esseri umani”.

Non è chiaro, secondo Frasca, se il calo degli sbarchi ufficiali sia il frutto di una riduzione delle operazioni di salvataggio o dell’aumento dei “morti in mare”. Certo è invece il cambiamento di metodi da parte delle organizzazioni di trafficanti. Oltre alle impervie traversate i migranti “ammassati a centinaia in condizioni disumane su barconi fatiscenti, vengono realizzati sempre più spesso altri sbarchi, specie dalle coste tunisine verso quelle siciliane”.

 

 

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