“Una morte brutale che non può essere dimenticata”. Lo dice l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo che, in rappresentanza del governo regionale, ha partecipato oggi a San Giuseppe Jato, nel Palermitano, all’inaugurazione del parco urbano dedicato al giovane Giuseppe Di Matteo, ucciso 28 anni fa. La cerimonia è stata preceduta da un momento di confronto nella sala multimediale “Pio La Torre” della Casa del fanciullo.
“Quell’efferato delitto – conclude Tamajo – ha mostrato chiaramente tutta la crudeltà e l’immoralità dei fantomatici ‘uomini d’onore’. Perché di onorevole, nell’essere mafiosi, non c’è proprio nulla”.
Il Comune di San Giuseppe Jato ricorda il piccolo Giuseppe Di Matteo. In occasione del 28mo anniversario della morte per mano mafiosa del bimbo avvenuta l’11 gennaio del 1996, è stato inaugurato il parco urbano a lui dedicato.
Alla cerimonia sono intervenuti oltre ad Edy Tamajo, assessore regionale Attività Produttive, anche Giuseppe Siviglia, sindaco di San Giuseppe Jato, Massimo Mariani, prefetto di Palermo, Vito Calvino, questore di Palermo, generale Luciano Magnini, comandante provinciale dei carabinieri, generale Domenico Napolitano, comandante provinciale guardia di finanza, Nicola Vernuccio (città Metropolitana), don Ferdinando Troia (arcivescovo di Monreale).
Proiezione del video degli alunni dell’istituto Riccobono di San Giuseppe Jato. Inoltre, al parco urbano si esibiscono il baby violinista Samuele Palumbo vincitore di Tu Si Que Vales 2023 e gli alunni dell’istituto comprensivo Riccobono su famosi brani: Esseri Umani e Supereroi. Saranno presenti oltre ai familiari del piccolo Giuseppe Di Matteo i sindaci del consorzio Sviluppo e Legalità e diverse autorità civili, militari e religiose.
Il primo parco su terreni confiscati alla criminalità organizzata ed è stato intitolato appunto al piccolo rapito e ucciso dalla mafia nel 1996. L’intitolazione è avvenuta lo scorso anno, nel giorno dell’anniversario del delitto.
Il progetto è stato voluto dalle commissarie dell’amministrazione comunale Esther Mammano, Federica Nicolosi e Susanna Conte, ha previsto la riqualificazione dell’area sequestrata grazie a fondi del ministero dell’Interno, nonché l’arricchimento naturalistico del terreno con 260 piante, alberi e arbusti di diverse specie, tutte tipiche della zona, a tutela della biodiversità, messe a dimora grazie alle donazioni e all’impegno di un gruppo di imprese che fanno parte della rete #GreenHeroes.