Una scintilla di speranza arriva da Palermo. E’ la scintilla che scaturisce da quell’accendino che Giovanni Falcone regalò al suo amico Piero Grasso, ex procuratore nazionale Antimafia ed ex presidente del Senato. “Da questa scintilla può nascere un nuovo futuro per i giovani del nostro Paese, per cambiare al meglio cose che ancora non vanno”, racconta Grasso.
Il regalo di Giovanni Falcone
Falcone regalò quell’accendino a Piero Grasso quando decise di smettere di fumare. Con l’amico fece un accordo: Grasso glielo avrebbe restituito soltanto se quella promessa di dire no alle sigarette non sarebbe stata mantenuta. Non ci fu mai il tempo di capire come sarebbe andata a finire quella “scommessa” tra amici.
32 anni fa la Strage di Capaci
32 anni fa la mafia uccideva Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della loro scorta. Oggi la memoria è affidata alle migliaia di giovani delle scuole italiane che sono arrivati a Palermo. Ma anche alle persone che erano state accanto a Falcone da amici ancor prima che colleghi. Tra loro, all’evento commemorativo di Palermo ci sono alcuni dei giudici e magistrati veramente legati al Falcone uomo prima ancora che al magistrato. Da Francesco Lo Voi, oggi a capo della Procura di Roma a Leonardo Guarnotta ed appunto, Piero Grasso.
“L’assenza di Giovanni è una ferita che non si rimarginerà mai”
Giudice a latere al maxiprocesso contro Cosa nostra, a stretto contatto con Falcone al Ministero degli Affari Penali a Roma e poi Procuratore a Palermo, Procuratore nazionale Antimafia e un salto in politica per assumere il secondo incarico più prestigioso delle istituzioni repubblicane: la presidenza del Senato. Una vita spesa al servizio delle istituzioni, quella di Grasso, vissuta con una ferita incurabile: la mancanza dell’amico migliore, Giovanni Falcone, strappato alla vita da un attentato stragistico mafioso. “L’assenza di Giovanni è una ferita che non si rimargina e non si rimarginerà mai. Questa ferita la sento ogni giorno. Il mio amico mi manca moltissimo per l’affetto e la simpatia della vita vissuta assieme”, afferma con la voce rotta dall’emozione l’ex Procuratore nazionale antimafia.
Grasso, “Mafia ha cambiato pelle ora punta agli affari”
Gli anniversari sono anche i momenti per tracciare bilanci. Possiamo dire che la mafia è sconfitta? La cosca di stretta ordinanza corleonese, il vertice strategico del periodo stragista degli anni 9, non esiste più. E’ stata spazzata via dal tempo e dalla lotta senza quartiere di Magistrati e investigatori. Ma la strada per sconfiggere la mafia è ancora lunga. Nonostante i successi recenti e lontani della magistratura che ha scardinato le principali cosche mafiose, parlare di vittoria è ancora illusorio. ”Oggi la mafia si mimetizza, è ritornata all’antica e cerca rapporti con le istituzioni, con le imprese è la mafia degli affari ed è ancora più difficile da combattere. E’ una battaglia difficile anche per iu meravigliosi protagonisti che lo Stato può mettere in campo”.
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