Pinocchio incontra Monreale. L’attore Andrea Balestri, protagonista della famosa serie Tv di Luigi Comencini del 1972, è protagonista di un evento intitolato Pinocchio racconta Pinocchio, 50 anni dopo. L’appuntamento si terrà domani – mercoledì 16 agosto – alle 17 rientra nell’ambito delle manifestazioni del calendario dell’Estate Monrealese 2023. Un pomeriggio dedicato al mezzo secolo (51 anni) dalla messa in onda dello sceneggiato su RaiUno che debuttò nell’aprile del 1972.
Presenti all’incontro insieme ad Andrea Balestri il piccolo Pinocchio televisivo, anche Giuseppe Li Causi, cultore di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
All’epoca bambino, oggi uomo (l’1 settembre compirà 60 anni), l’attore è rimasto nel cuore degli italiani che ricordano i personaggi dell’opera di Comenicini attraverso il suo volto ma anche grazie ad alcuni personaggi resi vivi da grandi attori. Da Nino Manfredi che interpretò mastro Geppetto a Gina Lollobrigida, la Fatina. Ed, appunto, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che diedero anima al Gatto e la Volpe.
Andrea Balistri racconta l’aneddoto sul come è diventato da bambino il Pinocchio di Comencini che tutti gli italiani amano e ricordano con affetto. “È nata in modo fortunato – racconta a BlogSicilia – Comencini cercava un bambino ed aveva fatto mandare un fotografo per immortalare i bimbi delle elementari. Siamo stati selezionati in 7 su 3.000. All’incontro nel suo studio chiese chi aveva il coraggio di rompere un quadro. Presi l’iniziativa e lo ruppi. Comencini mi guardò e mi disse: ora me lo devi ripagare. Risposi di no: mi hai detto tu di romperlo. Mi mandò via ma questa spontaneità è stata probabilmente la scintilla. Da lì è nata questa straordinaria avventura”.
L’attore parla anche del rapporto con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Con i due attori palermitani ha girato molte scene. Balistri ricorda: “Durante le scene erano molto pazienti. Non essendo un attore ed essendo piccolino abbiamo ripetuto tante volte le scene. Ma loro erano grandi attori, capivano che ero un bimbo.
Franco e Ciccio come nel film erano affettuosi. Perdevano parecchio tempo con me. Ricordo anche che quando andavamo a mangiare gli spaghetti, Franco Franchi rimaneva a mangiare con noi. Il mio ricordo è di due persone umili, affettuose e simpaticissime”.
Tra i suoi ricordi anche le lunghe riprese “7 mesi, più uno di doppiaggio e non è stato facile doppiarmi ma ci sono riuscito”.
E sul fatto di essere famosi “Da piccolo non ci si rende tanto conto, ma poi si realizza del capolavoro che ha fatto Comencini. A parte che ho scritto un libro sulla mia esperienza. Ma trovatemi un altro film che dopo 50 anni si ricorda in questa maniera. Nel 2015 mi dissero che i dvd dopo 45 anni dall’uscita della serie riuscivano a vendere più di 20mila copie l’anno”.
“Sono più io in Pinocchio che Pinocchio in me. Sono una persona semplice, sincera. Onesta, un po’ come Pinocchio. Penso che l’anima del burattino di Pinocchio l’abbia dentro”.
Nel corso degli anni ci sono stati altri lavori che hanno omaggiato il celebre racconto di Carlo Collodi, il Pinocchio di Roberto Benigni, film del 2002, e la rivisitazione di Matteo Garrone del 2019.
“Guardi, parlandone potrei sembrare di parte, ma Pinocchio di Comenicini è un capolavoro girato nel 1971 senza effetti speciali. Comencini era un perfezionista: con lui stavamo anche un’ora perché se c’era la nuvola che serviva per la scena la si aspettava. Quello di Benigni è un bel film, scenografico ma una cosa sbagliata: un uomo di 50 anni non può fare il bambino-burattino. Per me li ha sbagliato enormemente. Mentre il film di Garrone – prosegue l’attore – è un noir con colori cupi. Nel suo genere è un bel film ma non ha nulla a che vedere con la favola che uno legge. La trasformazione in asino di pinocchio mette paura, ma ha fatto bene il suo dovere in quella chiave, in quella visione, diversamente avrebbe copiato”.
Ed ancora “Comencini era puntiglioso nei dettagli ed è riuscito a fermare il tempo, a far vivere un tempo che forse non è neppure esistito. È indefinito ma può tranquillamente essere anche attuale”.
“Non ho continuato col cinema. Ho fatto dischi, altri due film, ho fatto un fotoromanzo. Oggi lavoro, ed ho una compagnia di teatro dove mi diverto. Gestisco una compagnia associazione culturale L’Abc di Pinocchio assieme alla mia compagna che ha, peraltro, il nonno siciliano. Sono stato a Terrasini in villeggiatura, bellissima terra ed i palermitani sono speciali”.