“Altro nulla di fatto ieri all’Ars in ordine alla vicenda ASU. Uno spettacolo indecoroso e mortificante a cui assistiamo ormai da oltre un mese. Il Governo inevitabilmente sotto tiro e non solo per mano dell’opposizione. Ormai il caos regna sovrano”. I sindacati Ugl Ale, Cobas Codir, Confintesa, Usb, intervengono sulla vertenza dei lavoratori ASU in Sicilia.
“Ieri pomeriggio – scrivono – in aula così come in mattinata in Commissione lavoro ci si è chiesto dove siano andati a finire i 5 milioni mancanti dei 10 previsti dall’art. 36 della legge regionale 9/2016 limitatamente all’anno 2021. Purtroppo nessuna risposta! Ci si chiede perché “cotanta ostinazione” di Musumeci & Company nel non voler utilizzare le risorse già previste dall’articolo 36 ai fini della concessione di un’integrazione salariale nelle more che si definiscano i processi di stabilizzazione. Anche qui, silenzio tombale! Ci si chiede come si può pretendere un’interlocuzione con il governo nazionale per superare l’impugnativa del Consiglio dei Ministri dell’articolo 36 se il Governo Regionale dei 54 milioni previsti per il 2022 per garantire i sussidi (39 milioni circa) oltre un ulteriore contributo per stabilizzazione (15 milioni) con inverosimile scelleratezza con il disegno di legge 962/A in discussione, prevede un taglio di 28 milioni di euro! Una decurtazione che ridurrebbe il “fondo cassa “ degli ASU a circa 26 milioni di euro nemmeno sufficienti a garantire l’erogazione dell’attuale sussidio”.
“Ricordiamo che il Consiglio dei Ministri nell’impugnativa dell’art. 36 tra gli altri motivi contesta la copertura finanziaria di 54.159.248,56 di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2022 e 2023 non ritenendola idonea ai fini di una stabilizzazione e il governo regionale “corre ai ripari” paradossalmente decurtando oltre la metà delle risorse già previste dall’art. 36, già non ritenute sufficienti – come precisato – dal Consiglio dei Ministri. Siamo alla follia! Approvare questo disegno di legge o meglio quest’obbrobrio governativo significherebbe decretare la condanna a morte del popolo ASU! Tutte “avvisaglie” che in quest’ultimo scorcio di tempo avevamo ampiamente captato e che confermano il totale disinteresse di questo governo regionale verso una problematica che invece meriterebbe la massima attenzione e trasparenza. Certamente, per quanto accaduto ieri pomeriggio in Aula, possiamo affermare senza dubbio alcuno di smentita, che la nostra incisiva azione sindacale di disturbo nei confronti delle false attestazioni di stima dedicate ai lavoratori ASU da tutti i componenti del Governo, e perpetrate nel tempo per il tramite di fantomatiche interlocuzioni con il Governo Centrale, sono state definitivamente smascherate dalla politica stessa, attraverso le accuse ed i pesanti rimbrotti rivolti, trasversalmente, al Governo, sulle nefandezze di che trattasi”.
“E pensare che -prosegue la nota unitaria – da informazioni ed affermazioni di alcuni deputati, sembrerebbe che nella prima mattinata di ieri, in Commissione Lavoro, si sarebbe raggiunto un accordo unanime tra i componenti della stessa, per dare parere positivo al finanziamento dell’integrazione oraria! Ancor di più viene spontaneo sottolineare il comportamento tenuto in Aula da componenti del Governo dei novelli Robin Hood al contrario: togliere ai poveri, ciò che è già di loro acquisizione ex lege, per interessi di parti terze che, volutamente, vengono sottaciuti da chi ne avrebbe il dovere e la competenza di renderli pubblici. Anche queste attività svolte in sordina rappresentano la volontà del Governo, ed anche della Burocrazia interessata alla vicenda, del poco o nullo interesse manifestato nei confronti di questa categoria di lavoratori.
Noi continueremo la nostra battaglia senza esclusione di colpi affinché alla platea ASU nell’immediato venga riconosciuta l’integrazione salariale con quelle stesse risorse che la deputazione regionale il 24 marzo con l’approvazione dell’articolo 36 aveva destinato a questi lavoratori. Pretendiamo che venga fatta chiarezza sui 5 milioni misteriosamente scomparsi e che tali risorse vengano interamente destinate ai legittimi destinatari ovvero agli ASU”.
“Reclamiamo con forza che non vengano decurtate le somme già previste dall’articolo 36 per gli anni 2022 e 2023 e si avvii un’interlocuzione seria e fattiva con il governo nazionale per superare i rilievi mossi dal Consiglio dei Ministri ai fini del raggiungimento dell’obiettivo finale che, si ricorda, è la stabilizzazione di questo intero bacino. Vogliamo sperare tanto che la buona politica(ci auguriamo che ancora esista) faccia la sua parte , tutelando questi lavoratori derisi e umiliati da troppo tempo”.
“Per la stabilizzazione deli ASU sul piano tecnico e burocratico è stato fatto tutto il possibile, ore è sul piano politico che occorre muoversi per evitare che il governo nazionale blocchi il processo di stabilizzazione di 4.571 lavoratori che sono in questa condizione di precariato da 24 anni – ad affermarlo è il deputato autonomista Giuseppe Compagnone.
“È una battaglia di civiltà e di dignità del lavoro – prosegue – attorno alla quale tutte le forze sindacali e politiche siciliane hanno saputo trovare la sintesi, fornendo un fondamentale contributo all’approvazione dell’articolo 36 della Legge di Stabilità. Ora è tempo di ritrovare quello stesso spirito di unità e giustizia e trasferirlo alla deputazione nazionale. Tutti i deputati ed i senatori, di ogni colore politico, ed in particolare quelli siciliani, devono sapere che la questione o si risolve a Roma o non si risolve! Credo – conclude Compagnone – che la proposta formulata dall’assessore Scavone di istituire con il Governo centrale un tavolo tecnico per definire il percorso di stabilizzazione degli ASU debba diventare proposta comune di tutto il Parlamento Siciliano. Confido nel buon senso dei miei colleghi e nella loro capacità di convincere i livelli nazionali”.