Riccardo Parrinello, l’unico minorenne dello stupro di gruppo consumatosi il sette luglio dello scorso anno al Foro Italico di Palermo resterà rinchiuso in carcere minorile. La Corte d’Appello di Palermo ha respinto la richiesta di custodia cautelare agli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Pietro Capizzi.. Il giovane il 23 ottobre scorso è stato condannato in secondo grado a otto anni e otto mesi di carcere per violenza sessuale di gruppo aggravata.
Le motivazioni della Corte d’Appello
La Corte ha giustificato la decisione dichiarando che: “Quando il giovane imputato – cosa che risulta diffusamente spiegata nella sentenza di questa Corte – a suo tempo, dopo un rapido passaggio carcerario, era stato gratificato”… della misura “del collocamento in Comunità, lo stesso non aveva dato buona prova di maturazione psicologica, utilizzando il proprio smartphone per intavolare una cospicua messaggistica, con amici all’esterno, autocelebrativa della propria condotta di reato, senza alcun segno di pentimento o rivalutazione positiva dei fatti. Non per nulla era stata immediatamente riattivata la misura cautelare carceraria tuttora in atto. Non può aprioristicamente sostenersi pertanto, almeno allo stato, che siano effettivamente scemate le esigenze cautelari, anche solo quelle di reiterazione del reato”. L’avvocato Pietro Capizzi – che difende il giovane Parrinello – ha già annunciato che presenterà un ricorso alla Cassazione.
Respinta anche la richiesta di Angelo Flores
Soltanto il 25 novembre scorso il tribunale di Palermo aveva respinto la richiesta degli arresti domiciliari presentata dai legali di Angelo Flores, colui che – secondo l’accusa – girò alcuni video dello stupro. I filmati finirono poi nei telefonini degli altri indagati e di altre persone. Quindici giorni prima la richiesta dei domiciliari, Flores era stato condannato a scontare sette anni di carcere. La stessa pena è stata inflitta a Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao. Per Cristian Barone sei anni e quattro mesi, mentre il giovane Samuele La Grassa è stato condannato a 4 anni, in quanto avrebbe girato un filmato ma senza abusare della giovane vittima.
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