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L’incontro tra Anas e Regione dopo le polemiche, per la A19 nuovo piano e tempi certi (che non ci sono)

Per la Palermo-Catania dopo le parole, i fatti. O almeno si spera, stavolta, visto che di parole negli scorsi anni ne sono state dette tante. E allora pronto un programma di nuovi investimenti per 250 milioni di euro, la velocizzazione dei cantieri attualmente aperti, la formazione di operai specializzati e un Piano di comunicazione per informare i cittadini sulle opere in corso.

Sono stati questi gli argomenti affrontati questa mattina dal dirigente generale del dipartimento regionale delle Infrastrutture Salvo Lizzio, nel corso di un incontro con l’amministratore delegato di Anas Aldo Isi per fare il punto sulla manutenzione dell’autostrada Palermo-Catania.

L’incontro dopo le polemiche

Una riunione che arriva dopo la nota di protesta che il presidente della Regione Renato Schifani ha inviato nei giorni scorsi ai vertici della Spa, concessionaria della A19, e al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, lamentando il «preoccupante stato di abbandono e di degrado che dimostra una grave incuria nella gestione della manutenzione dell’infrastruttura».

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Secondo un report redatto dagli uffici dell’assessorato regionale delle Infrastrutture sulla A19, al momento ci sono 45 interruzioni, la quasi totalità delle quali senza nessun intervento in atto e senza operai. I cantieri attivi sono appena una decina.

Le parole di Schifani

“C’è stato l’impegno di Anas – sottolinea il presidente Schifani – a presentare in pochi giorni un documento che accolga le nostre richieste e scandisca, soprattutto, cifre e tempi certi. Prendiamo atto degli elementi di novità emersi stamattina, ma restiamo comunque cauti fino a quando non vedremo i risultati e sulle scadenze non faremo sconti a nessuno”.

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Tempi certi (che non ci sono)

Dalle parole di Schifani però si evince che non c’è nessun tempistica di sorta e che si fa riferimento a “risultati” e “scadenze”, come d’altronde spesso è avvenuto in passato. C’è comunque da sottolineare il fiato sul collo del nuovo governo su Anas, ma questo era avvenuto già in passato.

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