Lastre d’amianto che affiorano dal terreno, fusti pieni di rifiuti, probabilmente tossici, scarti di edilizia, catapecchie che rinchiudono cani di grossa taglia, presumibilmente utilizzati in combattimenti clandestini.
E’ un’immagine per nulla edificante quella venuta fuori da un’ ispezione fatta da alcuni attivisti e collaboratori dei deputati M5S all’Ars nell’area dell’ex cava dell’Arenella, alle pendici di Monte Pellegrino, a Palermo.
La visita si è concretizzata in una lettera inviata dai deputati palermitani di Camera ed Ars a parecchie istituzioni per chiedere interventi immediati e bonifiche: tra queste il Comune, la polizia municipale, gli assessorati regionali alla Sanità e all’Ambiente, l’Asp provinciale, il Nucleo operativo per la protezione ambientale, il dipartimento di protezione veterinaria..
“Quella dell’ex cava dell’Arenella – dicono i parlamentari – è un”area palesemente al di fuori di qualsiasi controllo e teatro degli abusi più disparati, dove rifiuti di ogni tipo, anche interrati, la fanno da padrone. Per non parlare della grande quantità d amianto disseminato un po’ ovunque e dei numerosi cani di grossa taglia rinchiusi in varie catapecchie che, a quanto ci è stato riferito, verrebbero impiegati nel corso di violenti combattimenti”.
Da qui la richiesta di azioni e bonifiche urgenti, anche alla luce del fatto che già in passato il M5S aveva richiesto ed ottenuto ottenuto interventi.
“L’area – dicono i parlamentari – era stata sequestrata ed affidata all’ufficio Ambiente del Comune in attesa di risalire all’identificazione dei proprietari, al fine di emettere a loro carico l’ordinanza sindacale di bonifica. Contestualmente erano stati prelevati i numerosi cani che erano stati rinvenuti nelle casupole dell’ex cava”.
L’intervento si è rivelato soltanto tampone e nuovi abusi sono stati perpetrati successivamente all’arrivo della polizia municipale.
“Anche perché – dicono i parlamentari – l’accesso all’area, a quanto sembra, non è inibito, visto che ci è stato riferito che qualcuno sarebbe in possesso delle chiavi dei cancelli che permettono l’accesso alla cava”.
Nella nota i parlamentari chiedono anche di individuare a chi addebitare l’eventuale responsabilità della mancata vigilanza, cosa che ha permesso la reiterazione degli illeciti dopo gli interventi effettuati.
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