- I venditori ambulanti di Palermo piegati dalla crisi economica
- Dicono basta alle chiusure dei mercati, come avvenuto nella VII circoscrizione
- Il loro appello allo Stato e al sindaco Orlando
“Una categoria abbandonata e dimenticata”. Così si definiscono i commercianti ambulanti di Palermo che vendono la propria merce nei mercati rionali della città. Un settore messo in ginocchio, come tanti altri, dalla crisi economica determinata dal Covid19. Proteste nei giorni scorsi dei venditori in tutta Italia, ed anche nel capoluogo siciliano. Da parte di tutti un appello unanime: “Non siamo invisibili, fateci lavorare”. Particolarmente difficili le loro condizioni proprio a Palermo a causa di stop e chiusure a più riprese. Siamo andati ad ascoltare le loro richieste.
Gli incassi irrisori
“Gli affari vanno malissimo – dice Samuele Vasta che ha un banco di merceria – ci sono ambulanti che registrano incassi dai 20 ai 30 euro al giorno. Io per fortuna riesco ad andare avanti, vendo articoli che hanno ancora mercato. Ma ci sono settori ‘morti’, come quelli dell’abbigliamento da cerimonia o delle bomboniere”.
Pochissimi aiuti
Gli ambulanti, che durante il lockdown dello scorso anno sono rimasti fermi tre mesi, riferiscono di aver ricevuto aiuti irrisori dallo Stato. “Solo 600 euro per le partite Iva – dicono – ma che ci facciamo con 600 euro?”. Particolarmente scoraggiato il signor Giuseppe Albanese: “Tanto vale – commenta – che ci chiudono tutti. Stare qui per non vendere niente non ha senso. La gente ha paura del virus, al mercato non viene più nessuno. Meglio stare a casa, però lo Stato ci deve dare gli aiuti per mangiare”. Di parere contrario Salvo Lo Bianco: “In 32 anni – racconta – non avevo mai vissuto una simile situazione di crisi. Il mio collega pensa che sia giusto chiudere tutto. Per me è sbagliato. Se chiudiamo non ci aiuta più nessuno. Dobbiamo continuare a lottare per il nostro lavoro. Certo, per lo Stato non esistiamo. Cosa facciamo con 600 euro?”.
La chiusura dei mercati della VII circoscrizione a Palermo
I venditori ambulanti si rivolgono soprattutto al sindaco di Palermo. Perché i loro incassi, già magri, sono ulteriormente diminuiti con la chiusura di cinque mercati della VII circoscrizione, stabilita il 16 marzo, inizialmente per una settimana, e poi prorogata sino al 2 aprile, a causa dell’elevato numero di contagi. I commercianti non sono d’accordo con tale provvedimento.
Ancora Samuele Vasta dice: “Il problema per il sindaco Orlando sono i mercati ma bisognava chiudere tutta la VII circoscrizione. In quella zona ci sono tantissime attività commerciali e invece ha chiuso solo i mercati”. Come se non bastasse, proprio in merito ai contagi, è scoppiato lo scandalo dei dati falsati che ha provocato un terremoto all’assessorato regionale alla Sanità.
Ilyass Erradi, che ha un banco di borse e pelletteria commenta: “Non puoi chiudere i mercati non avendo dati certi. Quello che è successo è vergognoso”.
Molto arrabbiata la signora Luisa, che vende bijoux ed abiti da donna: “Cosa sta facendo il sindaco per noi – tuona – ? I mercati sono all’aria aperta, sono tra i luoghi dove ci si contagia di meno”.
Le regole rispettate
Prosegue Luisa: “Le nostre clienti hanno una grande educazione e rispettato le regole. Tutte vengono al mercato con mascherina e gel igienizzanti. Noi garantiamo il distanziamento. E poi qualcuno mi deve spiegare com’è questa situazione: i morti prima ci sono, poi non ci sono, poi ancora non si sa. Mi pare che qui stiamo giocando”.
Come andare avanti?
Tutti si chiedono quale sarà il loro futuro. Ilyass Erradi spera nel Decreto Sostegni. “Ci auguriamo – dice – che non si dimentichino di noi. La gente compra solo frutta e verdura e poi va a casa. Tutti hanno paura, bombardati dalle notizie dei media sui contagi, poi scopriamo che quelle notizie sono false. E’ una situazione inaccettabile”.
“Ho fatto – interviene ancora Samuele Vasta – con altri commercianti, una raccolta fondi per alcune persone del quartiere. Abbiamo saputo che potevano permettersi di mangiare solo pane e latte. Lo Stato ci deve aiutare ad andare avanti. Invece sento parlare di bonus monopattino e bonus vacanze. Chi ci governa non ha capito che qui c’è un problema serio di sopravvivenza”.
Uccisi dallo Stato
A causa delle chiusure dei mercati ci sono ambulanti che lavorano solo uno o due giorni a settimana. E che non possono di certo vivere così. Samuele Vasta è categorico: “Speriamo che non si dimentichino di noi, anche se lo hanno già fatto. Ambulanti, fieristi chiusi da un anno, bar, pub, ristoranti. Non li sta uccidendo il virus ma lo Stato”.
Anche Ciccio, che ha un banco di erbe aromatiche vuole fare il suo appello: “Mi rivolgo a Orlando – dice -. Gli chiedo di aiutare noi giovani che dobbiamo mantenere le nostre famiglie. Non sappiamo più cosa fare. Io sono un venditore abusivo, è vero, ma anche io ho diritto ad andare avanti”.
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