L’approvazione del bilancio 2022 lascia strascichi in casa Amat. Il saldo negativo da 21 milioni di euro preoccupa e non poco i sindacati dell’azienda. In una congiunta emanata questo pomeriggio, le sigle dei lavoratori denunciano il passaggio “da un’azienda in salute ad una Società cagionevole per le scelte politiche subite nel corso di anni di cieca ostinazione e di errati indirizzi”. Fatto per il quale è stata confermata la terza giornata di sciopero del 2024 fissata per il prossimo 8 aprile. Momento nel quale i dipendenti di Amat incroceranno le braccia per 24 ore.
Il comunicato di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Cobas e Orsa Tpl è di quelli che fanno male. I sindacati puntano il dito contro il Consiglio d’Amministrazione di Amat e il suo socio unico, ovvero il Comune di Palermo. “Il Comune, socio unico, da anni le ha affidato (ad Amat n.d.r.) il compito di gestire alcuni servizi come car-sharing, rimozione, zone blu, ztl, ecc., nonostante siano la palla al piede dell’azienda, senza che questi venissero mai restituiti all’Amministrazione Comunale, continuando quindi a gravare sul bilancio aziendale”.
L’attacco al sistema tram di Palermo
L’elemento principale su cui i sindacati muovono le proprie critiche è la gestione del sistema tram di Palermo. Una delle maggiori voci negative del bilancio 2022 e che, anche sul futuro documento relativo al 2023, potrebbe pesare con una perdita da sei milioni di euro. Un salasso che teoricamente avrebbe dovuto essere compensato dalla gestione dei pass Ztl, la quale ha invece determinato un’ulteriore perdita da tre milioni di euro per il mancato versamento dell’IVA all’Agenzia delle Entrate.
“Gli amministratori dell’Amat fanno harakiri non reagendo agli obblighi nefasti imposti dal socio che necessariamente dovrebbero viceversa consegnare le chiavi al proprietario. A cominciare proprio dal tram, pagato circa 5 euro al km quando ne costa 12. Stessa scelta andrebbe fatta per tutti gli altri servizi già citati. Sulle zone blu e sulla ztl, addirittura, continuano ad emergere imposte che spuntano come funghi a carico di una azienda già depauperata da riduzioni consistenti di capitale sociale. Valeva circa 90 milioni di euro. Una prima riduzione l’ha portata a circa 35 ed oggi si appresta a valerne meno di 13”.
“CdA si dimetta o restituisca servizi in perdita”
“Purtroppo, anche l’attuale consiglio d’amministrazione – scrivono le organizzazioni sindacali – continua con la logica dello ‘Yes-man’ approvando giustamente il bilancio 2022 a meno 21 milioni di euro, ma non intraprendendo, come anche giustamente sarebbe, la restituzione immediata dei servizi. Dispiace poi assistere al fregiarsi dei risultati di qualche linea di mare ben servita (806 e 544 n.d.r.) e l’incasso di pochi spiccioli versati da una utenza abbandonata in tre quarti della città”.
Infine il messaggio rivolto al presidente Giuseppe Mistretta e ai componenti del CdA di Amat. Ciò che chiedono i sindacati è che “il consiglio comunale intervenga per ripristinare il capitale sociale. Il CdA dell’azienda si dimetta o restituisca i servizi in perdita senza ulteriori attese, altrimenti a fine anno dovranno registrare ulteriori perdite e questa volta non ci sarà più nulla da raschiare nel barile del capitale sociale di un gioiello di famiglia svenduto poco a poco”, concludono.
Bilancio 2022, una perdita da 21 milioni
La perdita da 21 milioni di euro è figlia di diverse voci negative. Fra queste, 6 milioni di euro dipenderebbero da una perdita strutturale derivata, fra le altre cose, anche dai costi sostenuti per il mantenimento del sistema tram; 3 milioni di euro sarebbero invece imputabili al mancato versamento dell’IVA sui pass ZTL rilasciati dal 2016 all’esercizio del bilancio. Infine, 12 milioni di euro fanno riferimento ai cosiddetti fondi del “vuoto per pieno”, ovvero somme che la Regione Siciliana avrebbe dovuto corrispondere per far fronte alle perdite delle aziende di trasporto pubblico causate dalla pandemia.
Non c’è rischio di fallimento
Al momento l’azienda non corre nessun rischio di fallimento. Per quanto sia oneroso il passivo infatti, lo stesso non supera il valore dei 2/3 del capitale sociale di Amat, il quale si attestava intorno ai 35 milioni di euro. Stante così le cose, lo stesso dovrebbe scendere a 14 milioni di euro, almeno fino a quando la Regione chiarirà la sua posizione. In attesa di ciò, le organizzazioni sindacali si riuniranno la prossima settimana per stabilire la strategia da mettere in campo a tutela dei lavoratori. Al momento infatti rimane convocato lo sciopero di 24 ore fissato al momento per lunedì 8 aprile.
Alaimo: “No allarmismi, previsioni su bilancio 2023 ci confortano”
Una situazione sulla quale è arrivata nei giorni scorsi la presa di posizione dell’assessore al Bilancio del Comune di Palermo Brigida Alaimo. L’esponente di Fratelli d’Italia ha sottolineato che la continuità aziendale risulta ampiamente garantita dai successivi documento contabili. “Raccogliamo i cocci del passato – dichiara l’assessore -. Siamo confortati dal dato del bilancio 2023, il quale dovrebbe chiudere in utile, così come il primo trimestre del 2024. E’ evidente che questi scossoni determinati dai fondi del “vuoto per pieno” della Regione e dall’IVA sicuramente fanno un chiudere un bilancio non in positivo. Ma non bisogna gridare all’allarmismo perchè ci sono già dei segnali di ripresa importanti“.
“Al lavoro con Regione per risolvere problema dei fondi”
E’ proprio sul “contenzioso” al momento in essere con la Regione Siciliana che Brigida Alaimo ha chiarito che “c’è un’interlocuzione molto forte. La norma dovrà essere interpretata attraverso un intervento dell’Ars. La Regione è già al lavoro per chiarire il tutto. La società non è in fallimento perchè ha un capitale sociale di 35 milioni. Una volta chiarito il contenzioso con la Regione, se tutto va come deve andare, è chiaro che il capitale sociale tornerà a salire“.
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