E’ una vigilia del Festino decisamente difficile per l’Amministrazione Comunale. Rifiuti accumulati in strada. Diserbi che latitano (soprattutto in periferia). E, adesso, più di un centinaio di autobus fermi ai box per guasti meccanici. Come è noto, l’officina di Amat è ridotta ai minimi termini già da fine marzo, ovvero quando sono scaduti i contratti dei 37 lavoratori interinali che lavoravano all’interno della struttura di via Roccazzo. Da mesi si attende lo sviluppo delle procedure di concorso per internalizzare e stabilizzare il servizio. Tutto sarebbe dovuto partire dopo le elezioni Europee, ma ad oggi la situazione sembra paralizzata. E questo non può portare che a una logica conseguenza: l’aumento dei mezzi guasti fermi in rimessa.

Caos Amat, più di cento autobus fermi in rimessa

Secondo i sindacati adesso, i mezzi fermi in autoparco “sarebbero oltre cento”. I rappresentanti dei lavoratori affermano infatti che “il 18 giugno l’azienda Amat ha messo in strada poco più di 70 bus“. Ovvero, quasi un terzo dei 180 mezzi che dovrebbero uscire giornalmente per coprire le 54 linee cittadine del gommato. Una carenza che rischia di fare crollare la fruizione del servizio come un castello di carta esposto al vento. Problemi operativi che si uniscono a quelli gestionali.

Il peso del bilancio 2022

Come è noto, il bilancio 2022 di Amat è stato chiuso con un passivo da oltre 21 milioni di euro. Cifra su cui pesa il contenzioso, ad oggi non risolto, fra Comune e Regione Siciliana sui cosiddetti fondi del “vuoto per pieno”, ovvero stanziamenti del Governo Nazionale per compensare le perdite dettate dall’allora emergenza covid. Un tesoretto da 12 milioni di euro che rimane congelato in attesa che all’Ars venga votata una norma d’interpretazione per chiarire i dubbi degli uffici sull’applicazione della norma. Dall’assessore Aricò erano arrivate rassicurazioni in tal senso ad oggi non concretizzate.

Un problema chiamato tram

Sull’azienda poi pesa il caso tram. Un incubo per le casse di via Roccazzo visto che l’azienda incassa poco più di 4 euro al chilometro per un servizio che ne costa 12. L’unico modo per rientrare dell’investimento sarà completare il progetto con le nuove linee. Ma per vedere attivo il primo pacchetto di tratte (C,B,E1, F e A1) ci vorranno almeno quattro anni. Una questione, quella economica, di cui si è discusso nell’ultimo CdA di Amat tenuto due giorni fa nella sede di via Roccazzo. Una riunione terminata in tarda serata e che, riferiscono fonti interne, non ha visto particolari sviluppi. Si attende il confronto con il Socio Unico, il quale verrà fissato con ogni probabilità per il prossimo 10 luglio.

Mancato accordo su buoni pasto, le criticità sulle progressioni di carriera

Fino ad allora, bisognerà fare di necessità virtù in quadro reso sempre più dinamico non solo dalla vertenza relativa agli accordi di secondo livello (buoni pasto, straordinari, ecc.), ma anche e soprattutto dalla questione irrisolta relativa alle mancate progressioni di carriera. Fatto sul quale i sindacati spingono da mesi, senza però ottenere risposte concrete dai tavoli tenuti dall’Amministrazione, la quale invece chiede aggiornamenti sui documenti programmatici dell’azienda.

La rabbia dei sindacati

“Nessuno sembra preoccuparsi delle conseguenze che si ripercuoteranno sul bilancio di fine anno – proseguono i sindacati della partecipata –  Meno servizio per strada e meno chilometri percorsi equivalgono a meno risorse per Amat, già falcidiata dai precedenti tagli imposti dall’amministrazione comunale, che impedisce il rinnovo del contratto aziendale, con il veto del dirigente del Comune Roberto Polizzi.  Citano piani di riequilibrio e parlano di risanamento aziendale ma la contraddizione più viva emerge da una delibera di giunta, la 164 del 12 giugno 2023,  in cui si impegnava l’amministrazione a dotarsi entro il 31 marzo di quest’anno di un nuovo contratto di servizio per l’Amat, per porre l’azienda nelle migliori condizioni per la sua continuità”.

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