Poca acqua a Palermo e il Comune razionalizza le fonti. A partire dalle fontane pubbliche. L’Amap è pronta a varare nuove misure di risparmio della risorsa idrica al fine di una razionale distribuzione in rete, stante il perdurante decremento dell’acqua prelevabile dalle fonti di approvvigionamento destinate al territorio della provincia di Palermo. Ciò in linea con lo stato di calamità naturale da siccità dichiarato la settimana scorsa dal governo Schifani.
Le poche piogge e i problemi anche a Palermo
Il fenomeno della siccità e delle quasi inesistenti piogge stagionali “sta richiedendo la definizione di un modello di gestione di tipo emergenziale, con conseguente necessità di ottimizzare sempre più l’utilizzo delle risorse idriche al momento disponibili – scrive l’azienda ai sindaci dei Comuni il cui servizio idrico è gestito da Amap -. In relazione all’attuale risorsa disponibile, si comunica di avere avviato un piano di monitoraggio del servizio idrico che prevede specifiche attività gestionali finalizzate a verificare possibili ripercussioni sul sistema di distribuzione e di erogazione idrica alle utenze e, nel contempo, ad individuare e risolvere eventuali criticità e disservizi che saranno rilevati sul territorio interessato. In tale ottica, al fine di minimizzare possibili variazioni dell’attuale turnazione del servizio di erogazione idrica alla cittadinanza e di risparmiare risorsa idrica, nei prossimi giorni si procederà alla chiusura delle fontane comunali alimentate dalla rete idrica gestita da AMAP ed in particolare di quelle che, ad oggi, sono ancora prive di contatore di misura dei relativi consumi”. L’Amap conferma comunque la piena disponibilità a collaborare con le amministrazioni comunali per valutari casi specifici.
La siccità in Sicilia e i problemi agricoli
Estendere subito i poteri dell’Unità di crisi in agricoltura anche all’agroalimentare. All’indomani della dichiarazione dello stato di calamità per siccità severa in Sicilia arriva il plauso di Cna ma accompagnato da una richiesta.
“Condividiamo la dichiarazione dello stato di calamità da parte del governo regionale, ma la Regione Siciliana coinvolga nell’Unità di crisi anche le associazioni di categoria che rappresentano le imprese dell’agroalimentare”, chiede Tindaro Germanelli, coordinatore regionale Cna Sicilia agroalimentare.
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