Palermo

“No all’amministratore unico di Amap”, la lettera dei sindaci a Lagalla per la nomina del Cda

Ventiquattro comuni dell’area metropolitana di Palermo, con altri in procinto di aderire, hanno inviato una lettera al sindaco Roberto Lagalla chiedendo la nomina di un Consiglio di Amministrazione per AMAP, l’azienda che gestisce il servizio idrico in oltre cinquanta comuni. Questa richiesta nasce dalla volontà di partecipare attivamente alle decisioni gestionali della società, soprattutto considerando i futuri investimenti previsti dal piano industriale, che includono anche il ricorso a finanziamenti bancari. I sindaci ritengono fondamentale la presenza di un rappresentante dei comuni minori all’interno del CDA, come previsto dallo statuto, per garantire una gestione più equilibrata e rappresentativa del territorio.

Il ruolo dei comuni minori nella gestione di AMAP

La polemica sulla governance di AMAP si inserisce in un contesto di crescente complessità per l’azienda, che deve affrontare la crisi idrica e la necessità di reperire risorse finanziarie per gli investimenti. I comuni minori, pur rappresentando una quota minoritaria rispetto a Palermo, sottolineano l’importanza del loro contributo e chiedono di non essere esclusi dalle decisioni strategiche. Valerio Barrale, consigliere comunale di Belmonte Mezzagno e vicecoordinatore regionale di Noi Moderati, si è unito alla richiesta dei sindaci, evidenziando la necessità di un coinvolgimento del territorio, soprattutto in vista degli importanti investimenti previsti. Barrale auspica un’adesione massiccia da parte di tutti i sindaci e un cambio di passo nella gestione di AMAP, al fine di migliorare i servizi erogati a Palermo e a tutti i comuni soci.

La lettera dei sindaci e il braccio di ferro con Palermo

La lettera, inviata il 25 ottobre, è stata firmata inizialmente da nove sindaci, tra cui quelli di Bagheria, Monreale, Partinico, Carini e Termini Imerese. Successivamente, altri quindici comuni si sono uniti all’iniziativa, creando un fronte trasversale che va dalla sinistra alla destra politica. I sindaci contestano la gestione centralizzata di AMAP da parte del Comune di Palermo e chiedono una maggiore partecipazione alle decisioni, considerando che i contribuenti di tutti i comuni pagano per il servizio idrico e hanno diritto ad essere rappresentati. Il sindaco di Bagheria, Filippo Tripoli, ha sottolineato l’importanza di un CDA composto da persone competenti, in grado di gestire la complessità di un’azienda come AMAP, e ha ribadito che la governance non può essere considerata un affare esclusivo di Palazzo delle Aquile.

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Il futuro di AMAP e la necessità di una nuova governance

La richiesta dei sindaci rappresenta una sfida per il sindaco Lagalla e per la maggioranza di centrodestra a Palermo, che dovranno trovare una soluzione in grado di conciliare le esigenze del capoluogo con quelle dei comuni minori. Secondo i sindaci, il futuro di AMAP e la qualità del servizio idrico dipendono dalla capacità di superare questa impasse e di definire una governance che sia effettivamente rappresentativa di tutto il territorio. La nomina di un CDA, con la presenza di un membro espressione dei soci minori, potrebbe rappresentare un passo importante verso una gestione più condivisa e partecipata dell’azienda.

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