La tensione per la grave situazione che rischia di portare al licenziamento dei lavoratori di Almaviva cresce anche nel campo politico, tra appelli e accuse di immobilismo lanciate agli organi di governo regionali e nazionali.
Assume una veste di mediatore istituziona l’amministrazione comunale di Palermo che ha seguito e segue costantemente la vertenza Almaviva, “con crescente preoccupazione, per la grave situazione determinata dalla messa in mobilità di lavoratrici e lavoratori a Roma, Napoli e Palermo, città più colpita da tale decisione aziendale che riguarda 1670 lavoratori”.
Il sindaco, che aveva partecipato in rappresentanza Anci nazionale al tavolo di settore dello scorso 9 marzo a Roma, ha espresso attenzione e apprezzamento per l’interesse del governo nazionale per la vertenza Almaviva, confermato anche con dichiarazione alla stampa dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti e della vice ministra Teresa Bellanova, con cui il sindaco ha parlato oggi pomeriggio
“L’amministrazione comunale – dice Orlando – auspica e chiede, cosi come ribadito nel corso della riunione del 9 marzo, che si possa avere al più presto e comunque prima del prossimo tavolo di settore fissato a Roma per il 18 aprile, uno specifico tavolo nazionale sulla vertenza Almaviva”.
Il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, si scaglia direttamente contro “il comportamento del presidente della Regione Sicilia Crocetta che, pur a conoscenza della piega drammatica che avrebbe preso la vicenda Almaviva con 1600 licenziamenti solo a Palermo, nulla ha fatto per prevenire questa ulteriore, pesante vertenza, è davvero intollerabile”.
“Per Idv la pur importante affermazione del ministro Poletti che chiede il ritiro della messa in mobilità dei complessivi 3000 lavoratori non è sufficiente – aggiunge -. E’ infatti necessario rimuovere le ragioni che hanno spinto l’azienda a prendere questa decisione che noi riteniamo sbagliata. Negli incontri previsti il 31 marzo a Roma occorre che il ministro metta sul tavolo la soluzione al tema sollevato dall’azienda e cioè la presenza di dumping generato da società delocalizzate nei Paesi extra-
Ue che agiscono con criteri di puro schiavismo verso i lavoratori. Diventano dunque indispensabili gli strumenti fiscali per rappresentare chi lavora rispettando la legalità e che paga le tasse in Italia”.
“Italia dei Valori – conclude Messina – ritiene che solo una fortissima unità di tutte le istituzioni siciliane nei confronti del Governo centrale potrà consentire di individuare una soluzione concreta a questa delicata vertenza e restituire serenità alle 1600 persone che lavorano a Palermo”.
Il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto invece, oggi ha presentato un’interrogazione parlamentare a firma dell’intero gruppo di SI alla Camera, in cui si chiede al governo quali atti intenda mettere in campo contro la crisi del comparto dei call center italiani.
“Il governo Renzi – spiega Palazzotto – dichiara di voler intervenire per risolvere la crisi di Almaviva, ma non fa nulla per far rispettare le norme sulla delocalizzazione dei call center né per frenare le gare al massimo ribasso, condotte in primis da enti pubblici come Enel e Poste italiane. L’esecutivo si sta rendendo complice del licenziamento di quasi 3 mila persone in tutta Italia, la metà delle quali a Palermo. Serve al più presto l’istituzione di un tavolo dedicato alla vertenza Almaviva, che si occupi concretamente della risoluzione di una vicenda che riguarda migliaia di lavoratori”. Interviene così sulla vicenda Almaviva il
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