Quinto giorno di protesta dei dipendenti del call center Almaviva che anche oggi hanno inscenato una doppia manifestazione. Cartelli in aria, clacson di automobili e ciclomotori in via Libertà angolo via Cordova con tanto di blocco stradale.
Da lì il corteo è partito alla volta della sede wind di via Lanza di Scalea dove i manifestanti erano attesi già ieri ma sono arrivati solo oggi. le manifestazioni avvengono in maniera spontanea senza seguire il calendario originariamente previsto.
Alla Wind gli scioperanti hanno, però, trovato agenti di polizia in assetto anti sommossa ad attenderli. la situazione è tesa anche se gli operatori di Almaviva, per quanto vibrata sia la protesta, non hanno mai dato vita ad incidenti e mai le loro manifestazioni sono sfociate in qualcosa di più di una civile protesta magari con qualche disagio alla circolazione stradale.
E sulla vertenza interviene anche il segretario nazionale della Cisl Annamaria Furlan “Il Governo deve scendere in campo per trovare insieme all’azienda, al sindacato ed alle Regioni una soluzione alla vicenda Almaviva, dove migliaia di lavoratori e lavoratrici rischiano di perdere il proprio posto di lavoro, precipitando nel baratro della disoccupazione”.
“Il clima sta diventando ogni giorno di più preoccupante ed incandescente – continua la Furlan insieme al segretario generale della Fistel Cisl Vito Vitale – nei tre siti di Roma, Napoli e Palermo dove i lavoratori chiedono giustamente un impegno chiaro del Governo, delle istituzioni locali e soprattutto delle aziende committenti per evitare i licenziamenti, la delocalizzazione e la chiusura dei call center. La Cisl è già impegnata fortemente in tutti i siti per salvare i posti di lavoro, garantire la continuità produttiva e regolamentare questo settore dove spesso non vengono rispettati i contratti e la dignità del lavoro. Ma occorre – aggiungono Furlan e Vitale – che in questa vertenza così delicata tutti dimostrino un alto senso di responsabilità, accelerando l’apertura di un tavolo nazionale di confronto per trovare una soluzione che dia garanzie sul futuro di questo comparto produttivo e di tante famiglie italiane”.
Dai lavoratori l’appello all’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice perché “la vertenza ha una connotazione morale oltre che sociale”. Diverse iniziative di protesta, annunciano i sindacati verranno organizzate in questi giorni . Il 31 marzo l’incontro fra l’assessore regionale alle Attività Produttive Lo Bello e l’azienda a Roma, e il primo aprile fra sindacati e azienda sulle procedure di mobilità avviate. Per il segretario Cisl Palermo Trapani Daniela De Luca “non possiamo tollerare la perdita di un solo posto di lavoro, è una vertenza cruciale per il territorio, Palermo ha già pagato l’altissimo costo dell’abbandono di grandi aziende. Le istituzioni a tutti i livelli facciano il possibile per salvaguardare questi lavoratori e le loro famiglie che vivono giorni di disperazione, mettendo in campo sin da subito le iniziative discusse al primo incontro del tavolo avviato al Mise sulla crisi dei call center”. Secondo il segretario Cisl Sicilia Mimmo Milazzo “i call center rappresentano l’unica vera grande industria in Sicilia, la situazione è drammatica, non è concepibile che governo regionale e nazionale di fronte a questa situazione che rischia di mettere sul lastrico 3 mila famiglie in tutto il paese, non intervengano concretamente e in modo risolutivo per garantire il lavoro. Chiediamo – conclude Milazzo – un intervento straordinario dal governo centrale affinché Almaviva assuma la valenza di grande vertenza nazionale quale è , per garantire un reddito ai lavoratori e le commesse sul territorio” .
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