Continua la mobilitazione dei lavoratori Almaviva di Palermo che stamane hanno manifestato davanti la sede dell’Enel del capoluogo siciliano. Emblematiche le scritte sugli striscioni esposti: “Enel, riaccendi la luce sui lavoratori Almaviva” e ancora: “Bellanova (viceministro dello Sviluppo economico, ndr) io non mi arRENDErò mai”.
Per effetto della scadenza della commessa del colosso dell’energia elettrica, infatti, a 154 dipendenti Almaviva è stato notificato il trasferimento a Rende, in Calabria. Una prospettiva che i lavoratori rifiutano energicamente, facendo presente “che con 600 euro al mese non si può vivere lontano dalla propria città. I lavoratori trasferiti – racconta Giovanni Gorgone della Cisl – saranno costretti a licenziarsi. Che vanno a fare in Calabria se non possono pagarsi un affitto? A Palermo, bene o male, anche se lo stipendio è basso, con l’aiuto dei genitori si riesce ad arrivare a fine mese. Nessuno abbandonerà la famiglia per soli 600 euro al mese, è un dramma ed una situazione inaccettabile”.
Intanto c’è attesa per il tavolo tecnico sul futuro di Almaviva. La settimana scorsa l’azienda ha annunciato la chiusura delle sedi di Roma e Napoli e la volontà di “valorizzare” la sede di Palermo, ma in che modo lo farà, non si è ancora capito, anche perché intanto trasferisce fuori Palermo.
“A maggio scorso – racconta Saverio Todaro, lavoratore Almaviva – è stato siglato al Mise un accordo tra governo, parti sociali e proprietà dell’azienda. Ci hanno detto che avremmo avuto 18 mesi di ammortizzatori sociali a garanzia del reddito dei lavoratori di tutti i centri. Oggi protestiamo per i trasferimenti a Rende che non accettiamo assolutamente e non possiamo dimenticare i colleghi di Roma e Napoli. Il ministero deve aiutarci, chiediamo di porre fine allo stato di disperazione dei lavoratori. Ci opponiamo a questa scelta scellerata e nefasta dell’imprenditore Tripi che domani potrebbe decidere di chiudere e che ci sta portando a manifestare ogni giorno” (l’amministratore delegato di Almaviva è Marco Tripi, l’azienda è stata fondata e tuttora è presieduta dal padre Alberto, ndr).
Commenta con Facebook