Lavoratori e sindacati bocciano l’ipotesi del passaggio a Exprivia al termine del tavolo con i vertici di Almaviva al ministero per lo Sviluppo economico. Ma la società apre al Governo ma non revoca il licenziamento collettivo.

“Continuano a essere al ribasso le condizioni per il passaggio dei lavoratori non solo in termini economici, cosa di fatto molto grave, ma anche in termini di diritti”. Lo dichiarano il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso e Rosalba Vella, della Slc Cgil Palermo, dopo l’incontro di oggi a Roma per il passaggio a Exprivia dei trecento dipendenti Almaviva, conclusosi con un nulla di fatto.

“Il riferimento chiaro è all’esclusione dell’articolo 18 del Job Acts. Sono lavoratori che avevano l’articolo 18 e ora non l’avrebbero più. Per questo motivo non abbiamo firmato nessun accordo, sulla scia dell’indicazione espressa all’assembla dei lavoratori a Palermo”.

Per quanto riguarda il tavolo di monitoraggio al ministero per lo Sviluppo economico, per le chiusure delle sedi di Napoli e di Roma, la Slc Cgil Palermo dichiara: “Anche qui fumata nera perché l’azienda, come è costume ricorrente in questi settori, si è presentata con un nuovo piano di ristrutturazione tagliando solo e semplicemente sul costo del lavoro – aggiungono Rosso e Vella – e sui salari dei lavoratori, in contrapposizione con alcune azioni che finalmente il governo ha dichiarato di voler mettere in campo. Trenta milioni per il 2017 per ammortizzatori sociali dedicati al settore e l’inasprimento delle pene per i committenti rispetto all’articolo 24 più intolleranza zero al massimo ribasso. Non riusciamo a capire come sia possibile ancor oggi avanzare in sede ministeriale una proposta del genere da parte dell’azienda”.

“Crediamo – continuano Rosso e Vella – che il governo sia in ritardo rispetto alle proposte strutturali e alla costruzione di una politica industriale e di regole per questo settore ma che in ogni caso le dichiarazioni del vice ministro vanno finalmente nella dichiarazione di un cambiamento profondo che si attenga a regole certe e a una prospettiva di sviluppo del settore”.

“Non comprendiamo, alla luce di un accordo firmato il 30 maggio di quest’anno, come l’azienda – proseguono Rosso e Vella – possa proporre un nuovo accordo radicalmente diverso da quello di maggio. E’ impensabile che un’azienda così grande possa firmare un accordo col sindacato e prefigurare un cambiamento repentino. Gli accordi firmati vanno rispettati e soprattutto verificati. Il sindacato si riserva di proclamare un’azione di sciopero nazionale per contrastare queste proposte insensate”.

Anche per il segretario Fistel Cisl Palermo Trapani Francesco Assisi e Eliana Puma Rsu Fistel“Almaviva propone un taglio del costo del lavoro, formazione professionale, esodi incentivati, controllo individuale, per scongiurare la chiusura del sito di Roma e Napoli, noi ci siamo opposti alla riduzione del costo del lavoro , in realtà ciò che deve essere affrontato è la necessaria e non più rinviabile normalizzazione dei prezzi degli appalti”. Così mentre prosegue la procedura di mobilità per i lavoratori di Roma e Napoli nonostante le richieste dei sindacati resta incerto il futuro dei lavoratori della commessa Enel di Palermo. Le trattative riprenderanno fra quindici giorni.

 “Si continua a fare il grosso errore di pensare che per risolvere le crisi delle aziende bisogna far pagare ai lavoratori il prezzo più alto, invece di trovare soluzioni vere – conclude Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – come la garanzie di regole nel mercato che non può premiare chi carica il massimo ribasso del costo dell’appalto proprio sui dipendenti. Si vada oltre gli annunci con la regolamentazione del settore che resta l’unica strada per il futuro dei lavoratori e delle aziende”.

La società, Almaviva Contact, guarda invece con grande attenzione alla posizione assunta dal Governo e alle iniziative che sta mettendo in campo per affrontare la crisi strutturale in cui versa il settore dei call center. La società in nota si auspica che questi “orientamenti siano in grado di garantire l’integrale rispetto delle regole a partire dalle norme sulla delocalizzazione delle attività nei paesi extra UE, di assicurare effettivo contrasto ai più gravi fenomeni distorsivi dovuti a tariffe sotto il mero costo del lavoro, di produrre effetti reali sul mercato di riferimento tuttora fortemente fuori equilibrio”.

In questa fase, per Almaviva Contact “rimane essenziale conciliare la possibile evoluzione verso un settore regolato con la situazione che ha visto negli ultimi quattro anni il dimezzamento dei propri ricavi – in gran parte delocalizzati da altre aziende in ambito extra UE – con una struttura produttiva di fatto inalterata (oltre 9.000 persone di cui circa 8.000 assunte a tempo indeterminato) e perdite molto rilevanti e costantemente in aumento. Una condizione non più sostenibile con il continuo supporto degli azionisti e delle altre società del Gruppo, che obbliga gli amministratori ad agire con immediatezza per la messa in sicurezza delle attività e del maggior numero possibile dei lavoratori”.

“La collocazione di Almaviva Contact in un rinnovato contesto di mercato, – continua società – per individuare alternative alla procedura di licenziamento collettivo in corso, non può che passare per scelte condivise di forte discontinuità. Un quadro di azioni coerente, a supporto della fase transitoria, che fino al raggiungimento dell’equilibrio economico preveda la sospensione di alcune componenti del costo del lavoro; percorsi formativi di riqualificazione verso altri ambiti produttivi; piani d’esodo incentivato di lungo periodo; pronta attuazione dell’intesa sul versante della qualità e produttività individuale; investimenti tecnologici funzionali ai nuovi modelli operativi. Tutti elementi, questi, da comprendere nella cornice di una nuova sfida industriale, caratterizzata dalla attivazione degli istituti di “democrazia partecipativa nelle imprese”.

Questo indirizzo per Almaviva Contact è “in linea con le più avanzate esperienze europee e a temi ampiamente dibattuti a livello istituzionale anche nel nostro Paese, diretto a valorizzare l’unicità del piano industriale attraverso la definizione di organismi congiunti competenti su materie specifiche; di procedure decisionali concordate su applicazione e risultati dei piani di gestione; di modalità per la presenza dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza o nel collegio sindacale; della partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda (considerando anche le società internazionali del Gruppo che hanno dimensioni pari a più del doppio della sola Almaviva Contact in Italia);  di possibile accesso privilegiato dei lavoratori al possesso di azioni della Società. Un percorso nuovo per Almaviva Contact, orientato da necessarie azioni di carattere strutturale seppur contestualizzate nel tempo, quale unica alternativa credibile alla riorganizzazione avviata, che richiede la responsabilità di un impegno congiunto da parte di azienda, lavoratori, sindacati e istituzioni. E’ arrivato il momento in cui di fronte a crisi di mercato conclamate, solo negli ultimi 18 mesi oltre 15 società del settore hanno terminato le proprie attività, tutti i soggetti in campo devono scegliere se rispondere con politiche di assistenzialismo tanto inutili quanto dannose o con percorsi industriali diversi e partecipativi”.