Prima che scattino i trasferimenti previsti per l’8 novembre, che interesseranno circa 150 lavoratori dello stabilimento Almaviva di Palermo, l’Slc Cgil ha organizzato un’assemblea venerdì 4 alle 11 a palazzo delle Aquile, in sala consiliare, per coinvolgere la città. E in programma c’è una fiaccolata di tutti gli operatori del call center, che si terrà o domani o dopodomani.
“Il governo si deve muovere, dobbiamo passare dalla discussioni ai fatti, troppi annunci sono stati fatti che non hanno prodotto nessun cambiamento: a pagare continuano a essere i lavoratori sempre- aggiunge il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso – Ormai da anni questi lavoratori subiscono tagli al salario, ammortizzatori sociali, zero prospettive industriali per il loro futuro e adesso l’ultima beffa dei trasferimenti. L’Slc dice basta basta basta”.
L’Slc al governo chiede come risposta immediata le misure di cui si è discusso ai tavoli al Mise: le azioni contro i committenti multinazionali delle commesse al massimo ribasso, l’inasprimento delle sanzioni contro le delocalizzazione selvagge, i fondi strutturale per aiutare le aziende a essere competitive attraverso formazione, sviluppo, e ricerca. “Al governo chiediamo di non perdere più un minuto di tempo e di darci le risposte che attendiamo da tempo per garantire il settore e all’azienda di stoppare i trasferimenti e le chiusure dei siti di Roma e Napoli. Basta con i call center visti come accozzaglia di commesse. Almaviva è un’azienda unica in tutta Italia, e non può da un giorno all’altro, venendo meno agli accordi ministeriali, dichiarare la chiusura di due siti e il trasferimento dei lavoratori”.
In serata arriva la replica di Almaviva: “Ancora una volta le organizzazioni sindacali deformano la verità – si legge in una nota – accreditando oggi presunti impegni in relazione alla tempistica dei trasferimenti di personale dalla sede di Palermo. La realtà dei fatti, ampiamente nota, è un’altra. Almaviva Contact con i trasferimenti ha dovuto individuare la sola soluzione possibile a salvaguardia della continuità occupazionale. Su invito del Governo aveva sospeso la decisione in attesa della conclusione della trattativa tra sindacati e azienda subentrante che avrebbe dovuto consentire il riassorbimento del personale su Palermo. Trattativa che ha registrato un evidente fallimento”.
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