Petricore: questo è il termine italiano che definisce l’odore che i nostri organi olfattivi attribuiscono alla pioggia. Un profumo solitamente piacevole ma che, nel caso di Partanna-Mondello, si è trasformato presto in acre, fastidioso, puzzolente.
Ciò a causa dell’innalzamento dell’acqua fognaria, che ha invaso le case e le strade, costrigendo i residenti a lavorare di gomito per ripulire le proprie abitazioni. Un quadro che rappresenta quanto avvenuto nella serata fra il 13 e il 14 ottobre, quando ottanta millimetri d’acqua hanno investito il capoluogo siciliano. Un numero elevato, ma che non basta a spiegare da solo quanto successo.
L’allagamento di Partanna-Mondello e la frana su Monte Gallo
L’episodio apice vissuto ieri dall’area della VII Circoscrizione è stata la frana avvenuta su Monte Gallo, che ha riversato un notevole quantitativo di fango e pietre nei sottostanti quartieri. Un mix micidiale che, scendendo da via Omero e via Tolomea, ha investito l’intera area di Partanna-Mondello. Un episodio che ha fatto esplodere i centralini di vigili del fuoco, con decine di chiamate effettuate dai residenti che lamentano danni alle auto e alle proprie abitazioni.
L’area della riserva di Monte Gallo ha subito in questi anni una forte deforestazione. Ciò a causa degli incendi che hanno colpito l’area verde. Solo negli ultimi tre anni, è possibile ricordarne tre di medio-grande entità. Ferite che hanno lasciato priva la montagna di numerosi alberi, che giocano con le loro radici un ruolo chiave nella tenuta del terreno.
Al di là di quelle che possono essere l’afferenze esterne del cambiamento climatico e le problematiche interne ed ataviche legate all’assenza di un sistema fognario efficiente, quello del dissesto idrogeologico è un tema serio. Un pensiero sottolineato anche da alcuni residenti della zona, come Salvatore Bucchieri. “A memoria di web, gli incendi più recenti sono del 28/06/19 ancora il 29/08/20 e infine, pochi mesi fa, il 13/05/21. Prevenzione e manutenzione tra gli eventi? Zero. La causa non è il maltempo, non il cambiento climatico, causa ne è lo scriteriato comportamento umano e l’assenza delle istituzioni, i fanghi.Anche stavolta potremo dire che è finita bene. La domanda è: fino a quando?”.
La paura dei residenti per gli allagamenti
Una paura manifesta negli occhi dei residenti di Partanna-Mondello che, nella notte, armati di scope e palette, hanno dovuto rimuovere il fango dalle loro abitazioni. “Ormai è da anni che è così – racconta un cittadino nei pressi di via Diomede -. I politici e gli organi competenti sono informati. Anche le paratie che abbiamo installato, questa volta sono state superate. Il problema è che a Palermo deve scapparci il morto per fare qualcosa. I muri dei palazzi continuano ad assorbire acqua, causando danni alle strutture. La cosa importante è l’incolumità delle persone. Ma qui se ne parla due-tre giorni, ma soluzioni zero. Serve un sistema fognario. Qui ancora utilizziamo un sistema di raccolta di acque bianche di cent’anni fa”.
E qualcuno invoca l’aiuto delle istituzioni, prima che questo arrivi troppo tardi. “I miei figli non potevano nemmeno tornare a casa. L’acqua era troppo alta. Se la gente poi blocca la strada per rabbia, poi siamo nell’illegalità? Noi paghiamo le tasse, ma i nostri soldi come vengono spesi. Mondello è nella stessa situazione. Quest’estate, in via Galatea, i turisti camminavano in mezzo al fango. Si parla di Palermo città europea. Qui prima o poi ci scappa il morto”.
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