Ennesima piazza di spaccio della droga sgominata allo Zen di Palermo, dove i pusher vendevano gli stupefacenti anche davanti ai bambini e alle persone perbene del quartiere.
A spiegare come funzionava lo spaccio nel difficile quartiere palermitano è Andrea Senes, comandante della compagnia dei carabinieri di San Lorenzo.
“C’è sicuramente il coinvolgimento di tre minorenni, che attualmente sono invece maggiorenni e soprattutto vi è l’attività di spaccio incessante che durava dalle 8 alle 20 come una vera e propria fabbrica a ciclo continuo e che interessava anche soggetti di minore età.
I minorenni avevano ruoli che si intercambiavano tra loro, ovvero erano procacciatori, e veri e propri pusher.
Allo Zen è difficile trovare i nascondigli degli stupefacenti”.
Senes spiega ancora che “l’attività informativa, l’attivita di analisi e successiva di videosorveglianza ha consentito di trovare gli stupefacenti in vari punti, dai serbatoi dell’acqua alle marmitte di macchina e persino negli pneumatici delle vetture parcheggiate di persone ignare di tutto.
Nelle indagini abbiamo riscontrato criticità perché il presidio della stazione carabinieri dello Zen è ormai lì da 10 anni e quindi i carabinieri, che sono comunque vicini a tantissime brave persone che sono del quartiere, ovviamente sono conosciuti da tutti”.
Sempre più difficile e complessa l’attività investigativa svolta dai militari “ed è per questo – aggiunge Senes –
che anche noi carabinieri ci dobbiamo pian piano ingegnare di volta in volta al fine di contrastare le varie attività illecite tenendo presente un aspetto importante, cioè che questa è la quarta piazza di spaccio e il quarto gruppo criminale che viene disarticolato all’interno dello Zen“.
Dai carabinieri non è stato verificato un ruolo diretto di Cosa Nostra, ma i militari hanno appurato che “le cessioni di droga avvenivano dalle 8-10 del mattino fino alle 20-22 e in pochi giorni di attività di indagine, circa un mese, ne sono state certificate e riscontrate circa 600”.
Un aspetto bello ed importante della voglia di riscatto del quartiere viene sottolineato dal comandante dei carabinieri della stazione San Lorenzo.
“Dopo aver effettuato gli arresti in flagranza – racconta – alcuni cittadini si sono recati in caserma, altri hanno addirittura telefonato, per complimentarsi come se fosse quasi la fine di un incubo.
Davanti a chiunque, in un padiglione frequentato da persone comuni, persone normali, gente che va a lavorare la mattina presto, abbiamo trovato riscontro di un’attività illecita compiuta senza nessun tipo di freno inibitorio.
Ci potevano essere i bambini e le persone anziane ma i pusher dovevano comunque spacciare e parliamo ovviamente di una quarantina, una cinquantina di scambi al giorno e questo avveniva davanti a persone inconsapevoli quali soprattutto i bambini”.
Un’operazione antidroga si è svolta ancora oggi nel quartiere catanese di Picanello, dove i padri insegnavano a spacciare ai figli.
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