E’ allarme delle bande spacca vetrine in città. In base ai dati di carabinieri e polizia i furti di notte ai dannni di commercianti sono raddoppiati in questo inizio d’anno.
I commercianti del centro storico e della zona di viale Strasburgo sono diventati gli obiettivi preferiti di ladri e rapinatori.
I dati parlano di un’impennata preoccupante dai 24 casi del periodo gennaio-maggio 2018 ai 48 di quest’anno.
«La maggior parte non sono furti su commissione o colpi studiati prima a tavolino — spiega un investigatore della squadra mobile di Palermo come riporta l’edizione palermitana di Repubblica — I ladri non rubano grandi quantità di merce, sono piccoli criminali a caccia di bottini che poi rivendono al mercatino di Ballarò la domenica. Anche i rapinatori entrano nei negozi per svuotare i registratori di cassa, rischiano moltissimo per poche decine di euro ».
Sommando i dati di carabinieri e polizia il quadro della prima metà di 2019 è inquietante: solo nell’ultima settimana sono stati sette gli arresti per assalti e razzie ad esercizi commerciali: in tre sono finiti al Pagliarelli per la spaccata al negozio Tim di via Marchese di Roccaforte messa a segno giovedì notte, altrettanti sono in cella per la rapina al supermercato Lidl di via Roma di due giorni fa e un pluripregiudicato è stato nuovamente rinchiuso per il furto a colpi di mazza al bar Garibaldi di via Alessandro Paternostro. Gli investigatori lo ritengono responsabile di otto furti dall’inizio dell’anno.
In totale sono stati 36 i furti notturni a negozi, pub e ristoranti dall’inizio dell’anno, mentre le rapine una dozzina. La novità rispetto allo scorso anno sono le “spaccate” ovvero i furti commessi di notte utilizzando un’auto per sfondare le vetrine del negozio.
Una tecnica utilizzata molto dalla criminalità dell’Europa dell’Est in Veneto e Lombardia, ma che a Palermo non aveva mai riscosso successo. Ora stanno prendendo piede anche all’ombra di Monte Pellegrino con quattro i casi di auto utilizzate come arieti in Viale Strasburgo, via Libertà e Monreale nell’ultimo periodo.
«E’ innegabile che le decine di arresti che hanno colpito le famiglie mafiose di tutti i mandamenti cittadini hanno allentato il controllo sul territorio dei clan — commenta l’investigatore della sezione antirapina della squadra mobile — Questo in parte può aver spinto i piccoli criminali comuni a commettere più furti e più rapine sul territorio, senza chiedere autorizzazioni alle famiglie di zona».
Il tipo di negozi presi di mira sono soprattutto le gioiellerie, i negozi di telefoni e di abbigliamento firmato per le bande che cercano la refurtiva da rivendere. Chi cerca denaro contante nei registratori di cassa colpisce quasi sempre bar, pub, locali notturni e tabaccherie dove il fondo cassa è più sostanzioso.
Ci sono poi le bande che prediligono una sola zona, come nel caso del gruppo di giovani ( tre o quattro) che la notte provano a ripulire i negozi attorno alla Vucciria utilizzando una mazza: otto casi, fra furti riusciti e tentati nel 2019, tutti immortalati dalle telecamere. Uno di loro è già finito nella rete delle forze dell’ordine, sorpreso in un’azione “solitaria”.
Infine i ladri seriali come la donna che aveva preso di mira il negozio di distributori automatici di merendine e bevande di corso Vittorio Emanuele di proprietà del figlio dell’ex ministro Saverio Romano: da gennaio i furti e i tentati furti sono stati dieci, tutti ripresi dalle telecamere. Ad agire sarebbero un uomo di colore e una donna.
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