“L’’accesso al credito nel Mezzogiorno. Il ruolo delle Regioni e dei Confidi. Nuove opportunità per le imprese” è stato il tema di un focus tenuto a Palermo, nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni. L’iniziativa, voluta da CNA Sicilia, con il patrocinio dell’Assessorato regionale all’Economia e dell’Ars, ha fatto registrare la massiccia partecipazione di artigiani ed imprenditori, per i quali il credito bancario rappresenta una fonte primaria di approvvigionamento. Nel corso dei lavori è stato illustrato il Rapporto annuale.
Dai dati diffusi, è emersa come le possibilità di accesso ai flussi presentino tuttora una grave criticità: il volume di finanziamenti erogati alle MPI, dopo un lungo periodo di espansione proseguito anche nei primi anni della crisi, ha segnato negli ultimi 10 anni un trend negativo che viene riconfermato anche per l’anno in corso. Il sistema delle PMI ha subito una contrazione di oltre 250 miliardi di euro di finanziamenti dal 2011 a oggi (-27%), mentre il solo comparto artigiano ha registrato una riduzione di poco inferiore ai 25 miliardi di euro, pari a -42%.
Il quadro della Sicilia, così come evidenziato dalla puntuale relazione di Leonardo Nafissi, esperto di credito e garanzie, risulta più critico per il sistema produttivo nel suo complesso, con una diminuzione del 34%, in buona parte confermato per le imprese dell’artigianato (-37%).
Nell’Isola il credito alle imprese artigiane è passato dal picco di circa 2 miliardi del 2010 ad 1,2 miliardi attuale. I numeri sentenziano una inesorabile riduzione di quasi il 50%. E’ stata definita una vera e propria emergenza. Il vice presidente della Regione, Gaetano Armao, ha parlato di “asfissia finanziaria” che sta soffocando le piccole realtà produttive.
“Le banche, dal momento che guardano con maggiore interesse e attenzione ai grandi gruppi e concentrazioni – ha osservato ancora l’assessore all’Economia – considerano il piccolo brutto e poco conveniente. Ecco perché siamo di fronte a questo drammatico scenario che penalizza le PMI”. In tema di applicazione di tassi di interesse, c’è un forte divario tra Nord e Sud del Paese. In riferimento al 2018, tenendo conto dei prestiti a breve termine, in Sicilia la percentuale è del 7,42% a fronte del 4,20% del Trentino Alto Adige, mentre rispetto al medio termine la percentuale è del 3,20% contro l’1,60% del Piemonte. La CNA ha voluto dunque accendere i riflettori su un tema sensibile e di grande attualità, chiamando a raccolta, oltre alle Istituzioni politiche, anche i rappresentanti dei Confidi, delle banche ed esperti e operatori del settore. L’avvio ha visto protagonisti i vertici regionali della Confederazione. Dopo i saluti del presidente, Nello Battiato, è stata la volta del segretario, Piero Giglione, il quale ha toccato due tasti dolenti: quello dell’Ircac, “definendolo un contenitore vuoto”, e quello degli ex fondi provenienti dal Ministero del Tesoro, “la cui la mancata destinazione di 35 milioni di euro ogni anno si traduce in un alto tradimento nei confronti degli artigiani siciliani”.
Armao, chiamato in causa, ha rassicurato la platea: “Il nuovo soggetto, nato dalla fusione di Crias ed Irca, è pronto”, mentre sulle somme rispedite a Roma perché la Regione Siciliana, essendo a Statuto Speciale, non ha ancora recepito, a seguito dell’entrata in vigore della legge di decentramento, le funzioni in materia di incentivi alle imprese, l’Assessore ha spiegato: “la giunta regionale tornerà alla carica presso il governo nazionale, sollecitando la nomina dei componenti di riferimento per la formazione della commissione paritetica, necessaria per la definizione dell’iter. Lo faremo subito”. L’assessore all’Economia ha invocato un grande alleanza tra “buona politica, imprese ed associazioni di categoria per salvare la Sicilia”.
Tutta musica per le orecchie di chi, come la CNA, cerca nelle Istituzioni un alleato serio, leale e concreto per avviare un percorso virtuoso che metta al centro dell’agenda della politica economica la crescita e lo sviluppo del tessuto produttivo. E’ battaglia comune, è stato sancito durante i lavori, dovrà essere anche quella legata al ripristino della lettera r della cosiddetta Bassanini, ovvero la possibilità per le Regioni di limitare l’accesso al Fondo di Garanzia. Puntuale ed esaustivo anche l’intervento di Maurizio Merlino, responsabile credito di CNA Sicilia, il quale ha messo in luce le criticità, ma anche le possibili soluzioni da adottare per rilanciare e valorizzare i Consorzi Fidi, “il cui ruolo e funzioni – ha riferito – consentono di recuperare un approccio più coerente con le dinamiche del mondo dell’artigianato e della micro e piccola impresa”.
“I Confidi – ha sottolineato poi il vice presidente di CNA Nazionale, Giuseppe Cascone – sono ossigeno per le nostre imprese. Esercitano un’importante attività di natura certamente economica, ma connotata da uno straordinario ed innegabile impatto sociale”. E sulla materia, legata ai Consorzi, hanno portato la loro significativa testimonianza, esibendo ciascuno la propria esperienza gestionale, Gianpaolo Miceli, presidente di Unifidi Imprese Sicilia, Rosario Carlino, presidente di Assoconfidi Sicilia, e Luca Celi, presidente di Cofidi.it. Ha chiuso il Focus il presidente di Artigiancassa Fabio Petri, il quale ha anche posto l’accento “sulla necessità di fare pressing per la rivisitazione del quadro normativo europeo di riferimento e di spingere i Confidi verso la nuova sfida, quella dell’erogazione diretta del credito fino a 25/30mila euro destinate alle piccole imprese artigiane”.
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