chiesta la costituzione di una cabina di regia

Allarme caporalato in Sicilia: il 50% dei braccianti agricoli lavora in nero e spesso in condizioni disumane

In Sicilia il 50% dei braccianti agricoli lavora in nero e spesso in condizioni disumane.

“Tra il 2016-2018 sono stati accertati dall’Inps – commenta il segretario della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca – 93.700 rapporti di lavoro fittizi in agricoltura, la maggior parte dei quali al Sud, come ieri ha detto il presidente dell’istituto di previdenza, Pasquale Tridico, in audizione alla commissione Agricoltura e lavoro della Camera. Le statistiche continuano a confermare che il drammatico fenomeno del caporalato in Sicilia non si arresta, anzi aumenta”.

Un esercito di nuovi schiavi opera nelle campagne dell’isola, persone private dei diritti e della dignità, sfruttati in modo indicibile con paghe da fame.

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Per la Fai Cisl Sicilia, si deve spingere sulla premialità legata all’adesione delle imprese alla Rete del lavoro agricolo di qualità, con cui selezionare le imprese agricole e altri soggetti che rispettano le norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

La federazione dell’agricoltura e dell’ambiente della Cisl siciliana chiede al governo Musumeci e all’Inps di costituire subito una cabina di regia insieme a sindacati e imprese per attuare nel più breve tempo possibile interventi concreti che fermino questa “nuova schiavitù”.

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“Ieri il presidente dell’Inps ha lanciato la proposta di droni e di una task force di ispettori – continua Manca – intanto serve far partire subito un piano smart alla vigilia dell’avvio della campagna di raccolta e distribuzione dei prodotti ortofrutticoli”.

Il segretario della Fai Cisl Sicilia rimarca come siano ancora troppe le aziende che operano nell’assoluta illegalità, facendo concorrenza sleale a quelle sane. “Dietro a questo sistema di malaffare – continua Manca – spesso ci sono vere e proprie organizzazioni criminali che, soprattutto in questo periodo, reclutano manodopera a bassissimo costo e senza il minimo rispetto delle regole né salariali né di sicurezza. Occorre ripartire dalla prevenzione e dai controlli, perché altrimenti la normativa di settore resterà lettera morta”.

La Fai Cisl ha istituito un numero verde per raccogliere in forma anonima le denunce dei lavoratori e delle lavoratrici vittime dei caporali: 800.199.100.

“Attraverso questo canale d’ascolto – continua Manca – vogliamo entrare in contatto con le vittime del caporalato, sentendo le loro storie e sostenendoli nelle denunce. Questi lavoratori vanno tutelati e supportati per uscire fuori da un incubo di sfruttamento e miseria”.

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