Alfonso Minnella, noto musicista palermitano, ha pubblicato il suo libro d’esordio “«2158» beah”.
L’intreccio si sviluppa grazie alle sue esperienze meditative originate dai parecchi sogni lucidi che ha vissuto. Ci siamo unicamente noi con le nostre azioni. Non c’è nessuna entità che ci osserva e che ci ha creato a sua immagine e somiglianza, dice l’autore; futuro, presente e passato sono legati a doppio filo da un rapporto di interdipendenza.
Ciao Alfonso, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori? Chi è Alfonso giovane scrittore e musicista?
Salve cari lettori, Alfonso è un Uomo come molti, che non contento dell’orizzonte comune come Colombo, ha circumnavigato i mari della coscienza… la musica è divenuta solo un passa tempo, un modo per gioire nelle vibrazioni create.
…chi è invece Alfonso nella sua quotidianità al di fuori dal lavoro e dalla sua passione per la scrittura e per la musica?
Beh, nella vita odierna si deve vivere anche del materiale, non solo di astrattismo. Sono l’amministratore di un azienda che si occupa di produzione di canapa legale, mi piace osservare il crescere e decrescere della natura, cerco di nutrirmi come nutro le mie piante in modo naturale.
Qual è la tua formazione professionale e quella letteraria?
Nulla di particolare, diplomato (liceo socio psico-pedagogico).
Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?
In realtà non che io abbia una passione per la scrittura, e non l’ho capito fra un giorno e un altro. Mi trovavo con il PC portatile aperto immerso nella mia campagna e quando stavo spolverando vecchi file, semplicemente ho letto un rigo di un appunto che scrissi anni fa e causa della precedente meditazione fatta prima dell’utilizzo del PC si apri un mondo….
Ci parli del tuo libro d’esordio “«2158» beah”? Come nasce, qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?
Nasce dall’insieme delle mie esperienze di meditazione e dai parecchi sogni lucidi che ho vissuto, mi identifico molto nel personaggio Paul Plant (il sensitivo), non che io stia invitando nessuno al consumo di droghe specialmente allucinogene….
Capita di essere arrivati dietro una porta ma è chiusa a chiave e per esplorare quella stanza c’è bisogno di aprirla.
Il messaggio è essenzialmente uno, che il futuro dipende dal presente e il presente dipende dal passato, un’azione può cambiare il destino nostro, individuale o collettivo, non esiste nessun dio al di fuori di noi, come si cita nella bibbia “E iddio si sentiva solo e creo l’uomo ad immagine e somiglianza di egli”.
E come si cita nel testo sacro Hindu Shrimad Bhagavatam, “Brhamna risiede al centro del cuore di ognuno di noi”, potremmo fare molte citazioni ma mi fermo qui.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
I Destinatari nessuno, i Riceventi coloro che hanno il terzo occhio aperto e espanso. Ecco, invito gli adolescenti, specialmente di liberarsi delle catene, pensare con la loro testa, sottomettersi solo alla voce della loro coscienza
Una domanda difficile Alfonso: perché i nostri lettori dovrebbero comprare ““«2158» beah”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
In verità non c’è un motivo speciale, solo la curiosità di leggere qualcosa un po’ diverso dallo standard.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
In particolar modo nessuno, ringrazio invece tutta l’umanità che non demorde anche in questa guerra del Covid-19
Se casualmente ti ritrovassi in ascensore con un grande editore quale Einaudi, Feltrinelli, Rizzoli, Mondadori, tu e l’Amministratore Delegato di una di queste Case Editrici importi, da soli, e avessi un minuto di tempo per sfruttare quell’occasione imprevedibile, per presentarti e per convincerlo a pubblicare il tuo libro, cosa gli diresti di te quale scrittore e autore?
Lo saluterei e gli stringerei la mano, mi complimenterei per il suo lavoro e fin dove è arrivato, non vorrei convincerlo di nulla è un uomo come tutti, il mio libro uno come tanti.
«Quando la lettura è per noi l’iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa, così che la verità non ci appare più come un ideale che possiamo realizzare solo con il progresso interiore del nostro pensiero e con lo sforzo del nostro cuore, ma come qualcosa di materiale, raccolto infra le pagine dei libri come un miele già preparato dagli altri e che noi non dobbiamo fare altro che attingere e degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Qual è la riflessione che ti porta a fare questa frase di Marcel Proust sul mondo della lettura e sull’arte dello scrivere?
Sul mondo della lettura nulla, ma di svegliarci e vivere, rendere la nostra mente attiva e non passiva.
«Nei tempi andati la vita degli scrittori era più interessante di quello che scrivevano. Al giorno d’oggi né le loro vite né quello che scrivono è interessante.» (Charles Bukowski, “Pulp. Una storia del XX secolo”, Giangiacomo Feltrinelli Ed., 1995, Milano, p. 52). Ha ragione Bukowski a scrivere queste cose a proposito degli scrittori contemporanei? Cosa ne pensi in merito?
Che ha perfettamente ragione! Tutto molto ordinario e nei testi cambiano scenario e personaggi ma molto monotone le narrazioni e loro vite ordinarie.
«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…
È ricevere un pensiero nella solitudine e riavviare l’immaginazione, rompere la noia. Ma avere una conversazione con chi lo ha scritto o viverlo come proprio il testo può avvenire solo se si è collegati al proprio sé superiore.
«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno che mettiamo in quello che facciamo?
Non punto a nulla, non sono un cecchino ahaha… scherzi a parte! Fare fino dove si può e agire se si hanno gli strumenti anche per difendersi. Non si cambia l’umanità morendo né come sacrifico come fece Gesù Cristo, e né come vittima come fece Falcone. L’uomo ormai vive usando solo il proprio io è detta ogni azione nell’egoismo. Il mio obbiettivo è la libertà dell’anima!
Tu Alfonso sei anche un musicista. Quali sono i tuoi strumenti musicali? Quelli che suoni e che hai studiato. E chi sono stati i tuoi maestri?
Maestri nessuno, ispiratori (Jimmy Page, jimi Hendrix). Come studio la chitarra. Ma suono diversi strumenti fra cui: flauto dolce, pianoforte, chitarra e tongue drum.
Uno dei più grandi jazzisti del Novecento, Duke Ellington, disse queste parole: «Ci sono due tipi di musica: la buona musica e tutto il resto». Per te qual è la “buona musica”, volendo utilizzare le parole del mito del jazz Ellington? Qual è la musica che ami e che vuoi consigliare ai nostri lettori, e perché proprio quella?
Consiglio di ascoltare ciò che ci piace ma con consapevolezza così qualora ci fossero vibrazioni basse o messaggi subliminali non penetrano nell’inconscio. Sconsiglio ogni singola canzone cantata con l’Auto-Tune poiché delinea la mancanza di talento del cantante.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?
Non leggo nulla che si può classificare, generato da autori. Leggo solo libri scientifici o testi spirituali di varia natura.
I libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo del tuo consiglio.
Non saprei sinceramente… Anzi sì, uno sì, leggete il mio libro e il libro di Serafino Massoni “La stirpe del serpente”.
E tre film da vedere assolutamente? Quali e perché proprio questi?
Matrix 1, Il Corvo, The protector. Matrix perché ti mostra la verità. Il corvo perché ti fa comprendere che dopo la morte c’è la vita in alcuni casi! The protector perché ti dà la forzar di combattere per proteggere ciò che amiamo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Attualmente non ho nuovi progetti.
Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?
Con grandioso saluto e una stretta di mano a tutti voi umanità! È stato un piacere parlare con voi