Sarà tollerenza zero. “E’ inaccettabile quanto accaduto. Il nostro obiettivo è ripristinare la legalità, perchè la politica sulla gestione dei beni confiscati a Palermo ha un valore simbolico ( e non soltanto simbolico, ndr) inestimabile. L’Amministrazione Comunale non può accettare e non accetta che ci siano minacce nei confronti di chi ha ricevuto in assegnazione un bene confiscato, perchè ne aveva i requisiti”. Brigida Alaimo, Assessore al Bilancio del Comune di Palermo ( con delega anche sui Beni Confiscati) traccia la linea rossa della “resistenza” agli episodi di intimidazione avvenuti nei giorni scorsi nei confronti di quattro famiglie costrette ad “abbandonare” quella casa che gli era stata assegnata. Aggredita a colpi di molotov rudimentali e minacciati, quei nuclei familiari avrebbero così rinunciato a prendere possesso di quelle abitazioni. Una vicenda che sul piano simbolico potrebbe rischiare di ricacciare Palermo nelle nebbie degli anni 70 e ’80, quando la lotta alla mafia era ancora una chimera e la cosiddetta società civile fingeva di non vedere, non sentire e non capire.
Lotta per la legalità è per noi un impegno sacro
Ma i tempi sono cambiati e la storia questa volta segue e seguirà uno spartito differente. “Ci sono indagini in corso – spiega Alaimo – e anche i nostri uffici stanno compiendo degli approfondimenti”. L’amministrazione palermitana non ha intenzione di arretrare neanche di un millimetro perchè, parola di Brigida Alaimo, “la lotta per la legalità per chi amministra, ma anche per tutti i cittadini deve essere un impegno sacro”.
Alaimo, “quegli immobili sono e saranno patrimonio della nostra comunità”
“Questa è una rinuncia che deve fare riflettere” continua l’assessore che annuncia interventi immediati per ripristinare la legalità: ” l’obiettivo è riassegnare a chi ne ha diritto quegli immobili. Se non dovesse essere possibile nell’immediato allora vedremo di realizzare un presidio operativo, un avamposto di legalità. Una cosa è sicura: quegli immobili sono e saranno patrimonio della comunità palermitana”.
Non ci sarà nessuna Caporetto della Legalità, anche perchè la partita sui beni confiscati che si gioca a Palermo ha un valore “nazionale”: “Palermo, per ragioni storiche, purtroppo, ha il maggior numero di beni confiscati alle mafie. Soltanto il Comune ha circa 1200 beni confiscati. Non vengono utilizzati soltanto per l’emergenza abitativa. Ci sono beni che vanno ad uso commerciale (gli uffici stanno predisponendo la rimodulazione dei contratti) o siti che vengono affidati al terzo settore per attività di carattere sociale. Per noi è chiaro che la città di Palermo, sul tema dei beni confiscati, deve essere capofila di un Progetto pilota su scala nazionale che riesca a conferire a quei beni il valore che realmente meritano”.
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