Partita oggi la maratona per approvare la Finanziaria. Una corsa contro il tempo che si dovrà concludere entro giovedì mattina.
Un percorso non semplice, anzi, quasi ad ostacoli di varia natura. Dal clima politico nel centrodestra, con tanto di tensioni tra il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armo sulla leadership di Forza Italia nonché con le parole di fuoco di Micciché che in un’intervista ha definito “fascista” il presidente della Regione Musumeci con tanto di risposta “È stupefacente che Micciché dica queste cose”.
Non sarà facile, però, muoversi per l’approvazione con una massa di 900 emendamenti con cui i deputati hanno sommerso il testo base del governo. Le proposte di spesa aumentano notevolmente.
Fra queste non mancano le stabilizzazioni nei Comuni e negli enti regionali, le nuove assunzioni nelle partecipate ma anche gli aiuti alle imprese.
Ci sono anche dei tentativi di introdurre nuove sanatorie e di elargire finanziamenti a sigle collegate a partiti politici.
Maggioranza e governo dovranno portare al traguardo una Finanziaria in grado di reggere i conti e che abbia spese con le relative coperture. La maratona è iniziata a fine mattinata ma si prevedere una lunghissima non-stop fino a giovedì mattina. Una vera e propria maratona che farà da prova del Nove per maggioranza e governo.
L’Assemblea siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, sta esaminando gli articoli del disegno di legge di stabilità. Disco verde all’articolo 1, compreso un emendamento del M5s, votato col parere favorevole del governo, secondo cui “gli organi di amministrazione degli enti, istituti, aziende, agenzie, consorzi ed organismi regionali comunque denominati, sottoposti a tutela o vigilanza della Regione o che ricevono comunque contributi regionali, fatti salvi gli enti finanziati con il fondo sanitario regionale, che non adottano il rendiconto generale o il bilancio d’esercizio entro il 30 giugno dell’anno successivo decadono e non hanno diritto al compenso previsto per l’esercizio delle funzioni nell’anno in cui è rilevata la sanzione”.
“L’amministrazione regionale che esercita la vigilanza amministrativa nomina entro trenta giorni uno o più commissari per la gestione dell’ente, per l’immediata adozione del documento contabile e per la ricostituzione dell’organo di amministrazione decaduto – recita la norma – Qualora, decorso l’indicato termine di trenta giorni, l’Amministrazione che esercita la vigilanza amministrativa non abbia provveduto alla nomina del commissario o dei commissari, vi provvede la giunta regionale di governo, su proposta dell’assessore regionale per l’Economia, mediante nomina di dipendenti regionali, in servizio ed in quiescenza. L’eventuale inerzia sull’adozione del provvedimento di decadenza degli organi di amministrazione degli enti inadempienti determina il mancato raggiungimento degli obiettivi di risultato da parte del dirigente dell’amministrazione regionale che esercita la vigilanza amministrativa”.
“La proposta di rinnovo del contratto dei lavoratori regionali, presentata dall’Aran, è irricevibile: senza soldi veri per la riqualificazione, non firmeremo nulla. I 3,4 milioni di euro promessi dal Governo regionale sono insufficienti, per questo chiediamo che l’Ars approvi un emendamento in Finanziaria che destini circa 7 milioni di euro, non utilizzati per i pensionamenti del triennio 2019-2021, alla riqualificazione del personale regionale. In caso contrario, siamo pronti a scendere in piazza per difendere le legittime aspettative dei dipendenti che da 25 anni attendono risposte concrete”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal.
Prime delusioni in merito alla Finanziaria. Come quella dell’assessore Samonà che aveva proposto una norma relativa alla card scontata per le famiglie che avrebbero voluto visitare musei e parchi regionali.
“Le famiglie siciliane purtroppo non avranno le agevolazioni che avevamo introdotto nella Legge di stabilità regionale per facilitarne l’accesso nei luoghi della cultura, abbattendo il costo dei biglietti d’ingresso. Il presidente dell’Ars Micciché, infatti, questo pomeriggio ha bloccato la norma voluta dal governo regionale, stralciandola e di fatto assecondando le opposizioni, Pd e 5 Stelle in testa, che avevano in tutti i modi tentato di boicottarla. Qualcuno dovrà adesso spiegare alle famiglie siciliane con figli che non potranno usufruire della card scontata, che era stata pensata dall’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana per avvicinare i nuclei familiari a musei e parchi archeologici regionali”. Lo dice l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, commentando lo stralcio dell’articolo 6 della Legge di Stabilità regionale.
“A nulla – ha aggiunto – è servita una riscrittura della stessa norma, che avevamo effettuato insieme allo stesso Ufficio di Presidenza dell’Ars a seguito del dibattito d’aula, per accogliere alcune delle osservazioni che erano state mosse dai parlamentari. Risultato: per le famiglie nessuno sconto e nessuna agevolazione”.
Nei giorni scorsi la tensione su bilancio di previsione e finanziaria regionale siciliana era stata già molto alta. A fare crescere la tensione anche la frase di Enrico Letta che a Palermo ha sostenuto che anche parte del centrodestra pensa che la giunta Musumeci “fa schifo”
In aula e a margine della discussione sulla finanziaria che vede tagli fino al 40 della spesa dalle opposizioni sono arrivate parole dure. Il deputato Pd Antonello Cracolici ha parlato di una finanziaria che sarà ricordata come il documento “dei giardinetti e dei tavoli di Musumeci”.
“Trovo questi toni assolutamente fuori luogo. Non si può dire all’avversario che fa schifo” dice Armao ai microfoni di BlogSicilia “ma trovo assurdo che ci si divida su temi che riguardano la Sicilia e che devono essere patrimonio di tutti”.
“La Sicilia ha sofferto più di altri una crisi dell’economia dovuta al Covid19 e poi alla guerra e continua a soffrirla e questo ha causato una contrazione delle entrate tributarie. Non c’è dubbio che le minori entrate vadano coperte e non credo che ci si possa dividere su questo che sono numeri e fatti, necessità per la Sicilia”
“A fronte delle minori entrate tributarie, però, abbiamo ottenuto 211 milioni di euro da Roma che di fatto rappresentano il dimezzamento della copertura necessaria. Ma non ci siamo solo affidati alla trattativa con lo Stato. Abbiamo reperito nella notte 200 milioni di euro nelle pieghe del bilancio e fra i risparmi e potremo destinarli agli articoli 23 e 24 di fatto dando ossigeno a Teatri e Comuni ed enti Locali in generale”
“Dobbiamo ricordare, poi tutte le attività che sono state fatte per migliorare i conti della Regione. Abbiamo ottenuto una riduzione del contributo al risanamento della finanza pubblica che vale 600 milioni che al Sicilia non deve versare; altri 633 milioni di risparmio si sono concretizzati attraverso la rinegoziazione dei mutui. Ancora 200 milioni sono frutto del lavoro fatto sui derivati”
“Questi sono temi sui quali non ci si può dividere – conclude Armao – su altro è possibile un confronti civile, anche ideologico. Ci si può confrontare in parlamento. basta usare toni adeguati”.