Giorno 5 marzo ore 20.30 presso Teatro Massimo si terrà “Giulio è”. È un evento musicale benefico organizzato con la collaborazione di alcuni enti di volontariato e culturali di Palermo per sensibilizzare la popolazione sul tema dello spaccio e consumo di crack e, in generale, delle sostanze stupefacenti.

L’obiettivo principale è quello di raccogliere fondi da devolvere all’associazione “La casa di Giulio” che si propone di realizzare a Palermo un centro di accoglienza, di soccorso e aiuto per i ragazzi, che fanno uso di sostanze stupefacenti, e le loro famiglie. Si esibiranno più di 50 cantati e musicisti (gratuitamente) e ci saranno momenti di divulgazione sul tema.

Come fare ad aiutare

I biglietti sono acquistabili presso il Teatro Massimo o su ticketone: https://www.teatromassimo.it/event/giulio-e/?fbclid=IwAR0EvPrzwesWvM54TNwe1CrWXgfYC-mWllKJi4sUXXE5_8iKyo7RILwyrIc.

Possibile anche una donazione a: https://www.gofundme.com/f/la-casa-di-giulio?utm_campaign=p_lico+share-sheet&utm_medium=copy_link&utm_source=customer. Pagina ufficiale “La casa di Giulio” https://www.facebook.com/profile.php?id=100089145104975

La casa di Giulio

Un centro di accoglienza, di soccorso e di aiuto per i ragazzi che cadono nelle dipendenze e per le loro famiglie. Il Comune di Palermo ha dato la sua parola promettendo di mettersi subito alla ricerca di un bene dove possa nascere «La Casa di Giulio», un progetto ideato e voluto dalla famiglia Zavatteri che conosce, nel profondo, il dolore più grande di tutti: la perdita di un figlio.

“Non possiamo permettere che altri ragazzi facciano la stessa fine – dice il padre di Giulio -. Il crack autoemargina chi ne fa uso, lo porta ad uno stato di annichilimento e tanti ragazzi muoiono soli nei vicoli. Ho vissuto per 5 anni questa situazione con mio figlio. Era finito in rianimazione e la vita gli aveva dato un’altra possibilità.

Poi è arrivato quel 15 settembre e non c’è stato più nulla da fare. Le abbiamo provate tutte per salvarlo in questi anni: comunità, psicologi, psichiatri ma nonostante i tanti bravi addetti ai lavori, nella nostra città non c’è un centro che ascolti e aiuti questi ragazzi, che spieghi alle famiglie come riallacciare il dialogo con i figli e come affrontare questo mostro”.

La realizzazione del Centro è stata sposata non solo dal Comune ma anche da altri enti e istituzioni, come il teatro Massimo. Il Sovrintendente Marco Betta ha espresso la sua solidarietà prendendo l’impegno di organizzare il prossimo marzo una serata con tanti artisti che permetterà una raccolta fondi per il Centro.

 

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